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Libero Quotidiano
Michele Serra, Gualtieri, Totò e i portoghesi a Roma: la piazzata a spese nostre
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 21:15

Una volta i romani che non volevano pagare si spacciavano per portoghesi. Erano i tempi del re lusitano Giovanni V il Magnifico, nel Settecento. Per andare a Roma senza pagare agli italiani è bastato accodarsi al caravanserraglio delle sinistre, ai tempi della segretaria trinazionale Elly I l'Affabulatrice, anno di grazia e giubilare 2025. Tanto, in mancanza di Pantalone, sempre a pagare, ci ha pensato Roberto Gualtieri il Menestrello. È la politica del futuro, quella de-muskizzata e de-trumpizzata, senza sponsor e senza sovvenzioni di incerta natura: quella che parte dal basso, pluralista e inclusiva anche quando è esclusiva. Talmente dal basso che nessuno se n'era subito accorto, perché la benzina alla macchina a dodici stelle di piazza del Popolo è stata pagata con un inavvertibile prelievo individuale dalla tassazione collettiva. Ma che sarà mai, se c'è da battersi col coltello tra i denti pro Europa, anche se neppure Schlein, che ha il dono della chiarezza, ha saputo spiegare se quel “pro” latino significava “a favore” (complemento di vantaggio) oppure “al posto di” (complemento di sostituzione). Questione di lana caprina oppure dilemma filosofico dell'eterogenesi dei fini? Nella piazza col gran pavese blu e stelle gialle qualche problemino di riequilibratura e convergenza c'era eccome, e non solo perché tirava decisamente a sinistra sui temi caldi della politica internazionale. Ma questo era l'ultimo dei problemi. Il primo era già stato risolto, aumm aumm, con il prelievo leggiadro e disinvolto dalle casse capitoline, generose ma non disinteressate in questo caso nel sostenere le spese vive per portare a Roma vip Dopcg, ovvero a denominazione d'origine politica controllata e garantita, e compagnia di giro. La tessera e la conoscibilità hanno fatto più miracoli di quanti ne facessero in inventiva i romani che nel Settecento sfoggiavano il passepartout pronunciando la parolina magica “portoghese”. Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere a detta del sindaco Gualtieri che, evocando nei fatti Totò, per giorni ha ruminato ed elucubrato una risposta spacciabile come politicamente e amministrativamente corretta che stemperasse la bufera polemica; che, se fosse spirata dall'altro lato e a guida politica opposta, su Roma ci sarebbe stata un'altra marcia sovvenzionata dai partiti con bandiere spiegate al vento per urlare al crepuscolo della democrazia e allo sperpero di danaro pubblico per una manifestazione di partito, per quanto (o pour cause...) senza bandiere di partito ma con chiara matrice. Nella piazza delle idee in ordine sparso e non collimanti neanche nell'ideologia, nella manifestazione dominata da un manifesto (quello di Ventotene) che pochi avevano letto e ancor di meno ancora oggi hanno capito, l'importante era la spinta a esserci e quella c'è stata, almeno economicamente. Gita al sacco per le terze linee, cena e hotel per le prime, bus e treno per assemblare la folla. L'Europa stava altrove e altrove stavano i nodi gordiani da sciogliere, perché tra burro e cannoni e tra condizionatori e sanzioni la quadratura del cerchio non è ancora riuscita a nessuno. Nel mistero buffo delle tre posizioni antitetiche del Pd la convergenza è almeno arrivata sul sostegno alle trasferte. A Totò turco napoletano il «caro Pasquale» assicurava alloggio, vitto lavatura, imbiancatura e stiratura, oltre a cento lire (di allora) al mese e divertimento «tutto spesato». Quando gli chiese di cosa si occupava, Totò rispose che era stato «donnaiuolo» e il suo datore di lavoro ne dedusse che era perché stava in mezzo alle donne: chi meglio di un eunuco poteva preservare le virtù femminili? Meritava abbondantemente alloggio, vitto lavatura, imbiancatura e stiratura, e poi, consolatorio, «nella vita ci sono tante altre soddisfazioni». Solo alla fine della commedia degli equivoci di Eduardo Scarpetta, scoprirà che il turco non era turco, ma una specie di portoghese partenopeo che non aveva quel rassicurante deficit fisico. Eppure in quel posto l'aveva raccomandato un suo amico politico, che aveva garantito per lui. Era un onorevole. Ma è solo un caso.

Il video che inchioda Romano Prodi
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:59

L'arcinota vicenda è iniziata sabato. Si parla ancora di Romano Prodi, di come abbia intimidito Lavinia Orefici, inviata di Quarta Repubblica, il programma di Rete 4. È bastata una domanda sul Manifesto di Ventotene, tema che ha scandito la settimana politica - e che ha innescato una violenta battaglia in Parlamento culminata nella "gita" della sinistra sull'isola - a far sbroccare l'ex premier. Proprio come la sinistra - tutta - è impazzita come una maionese quando Giorgia Meloni, in aula, si è permessa di prendere le distanze dal Manifesto stesso, citandone alcuni degli estratti più controversi. "Ma che cavolo mi chiede?", rispondeva Prodi nelle anticipazioni che avevamo visto fino ad ora. La voce caricaturale, a dileggiare l'inviata. Poi le smorfie, la mano a chiedere cosa diavolo volesse con quel gesto arci-italiano, le insinuazioni: "So benissimo cosa dice il Manifesto, ma c'era il fascismo. Ce l'ha il senso della storia o no? Il suo è un modo volgare di fare politica", sbottava l'ex premier. Una scena a tratti surreale, spiazzante, anche perché Prodi reagire a quel modo, ecco, non lo si era visto molte volte. Poi il gesto, appena accennato nelle immagini viste fino ad ora. E la denuncia dell'inviata di Rete 4: "Mi ha tirato i capelli, sono scioccata". Ne sono seguiti una domenica e un lunedì di dibattito, di accuse di aver ingigantito la vicenda, accuse rivolte contro chi ne aveva parlato. Già, per l'universo progressista non è concepibile l'idea che Prodi possa aver sbagliato qualcosa. In modo pacchiano, tra l'altro. Attenzione: non solo i capelli, già sarebbero bastate le parole, il tono di voce, il rabbioso complesso di superiorità, la spocchia. E, per inciso, Prodi non ha mai chiesto scusa. Figurarsi. Poi, ecco emergere alcune immagini di quanto accaduto: prima i frame pubblicati da Nicola Porro sul suo sito personale, dunque alcuni frame rilanciati da Quarta Repubblica nell'attesa della puntata. Ed in questo contesto, ecco che nuovamente esplodeva la tensione di Prodi, il tutto nel pomeriggio di lunedì 24 marzo, alla presentazione di un libro a Bologna a cui ha preso parte. Al termine dell'evento una seconda giornalista lo ha avvicinato, chiedendogli un commento su quanto accaduto. La risposta? "Figurarsi se parlo con una giornalista, poi mi accusano di stupro...". Già, nervi a fior di pelle. Altre parole oggettivamente scomposte, esagerate. Infine, a chiudere la vicenda, ecco finalmente le immagini. Il video integrale, proposto a Quarta Repubblica, nella puntata di lunedì 24 marzo. Una lunga attesa, culminata nel filmato "incriminato". Lunga attesa che, come hanno dimostrato i fatti, ha snervato il Professore. Dunque, ecco il video del raptus di Romano Prodi, la domanda sgradita e la mano che si allunga verso i capelli dell'inviata Mediaset. Intendiamoci, un gesto quasi appena accennato. Ma il gesto c'è: pollice e indice i capelli li afferrano. Brutte immagini, oggettivamente. Immagini che avrebbero richiesto almeno delle scuse. E, per ultima, una considerazione: cosa sarebbe accaduto se il pollice e l'indice che afferravano una ciocca di capelli fossero stati quelli di un esponente di primissimo piano del centrodestra, magari di quei Fratelli d'Italia accusati di chissà quali nostaglie? Ecco, provate a immaginare cosa sarebbe accaduto. Noi, un'idea piuttosto precisa la abbiamo. E tanto basta a dare la cifra della gravità di quanto accaduto.

Disastro alla Casa Bianca: a chi inviano (per errore) i piani segreti d'attacco. Nel report, Vance fa a pezzi l'Europa
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:52

Clamoroso, ma vero. La Casa Bianca costretta ad ammettere un errore clamoroso, in virtù del quale è stato accidentalmente inserito il caporedattore della rivista The Atlantic in una conversazione riservata tra alti funzionari statunitensi che verteva gli attacchi contro i ribelli Houthi. "Sembra che al momento la catena di messaggi riportata nell'articolo sia autentica e stiamo indagando su come sia stato aggiunto per errore un numero", ha dichiarato Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale. La rivelazione arriva dopo che il giornalista Jeffrey Goldberg ha affermato di aver ricevuto, tramite l'app di messaggistica Signal, informazioni dettagliate sul piano di attacco messo in atto dagli Stati Uniti il 15 marzo contro gli Houthi in Yemen. Sebbene Goldberg non abbia divulgato i dettagli del piano, ha sottolineato che il funzionario Hegseth ha condiviso nella chat informazioni riguardanti "obiettivi, armi che gli Stati Uniti avrebbero schierato e sequenza di attacco". Inoltre, ha riportato che "secondo il lungo testo di Hegseth, le prime detonazioni in Yemen sarebbero state avvertite due ore dopo, alle 13:45 ora orientale", tempistica poi confermata da fonti sul campo. Secondo il giornalista, il suo numero sarebbe stato aggiunto alla conversazione due giorni prima, permettendogli di ricevere aggiornamenti da altri funzionari governativi coinvolti nella pianificazione. Tra questi, il 14 marzo, una persona identificata come il vicepresidente J.D. Vance ha espresso scetticismo sull'operazione, affermando di odiare "salvare di nuovo l'Europa", riferendosi al fatto che i Paesi europei risultavano maggiormente colpiti dagli attacchi degli Houthi alle spedizioni rispetto agli Stati Uniti. Altri membri della chat, tra cui il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e Hegseth, hanno risposto sostenendo che solo Washington possedeva le risorse necessarie per portare a termine la missione. Quest'ultimo, in particolare, ha condiviso "l'odio di Vance per gli scrocconi europei". Un altro partecipante identificato come "S. M.", ipoteticamente Stephen Miller, ex consigliere di Trump, ha sottolineato che "se gli Stati Uniti ripristinano con successo la libertà di navigazione a caro prezzo, è necessario che in cambio venga estratto un ulteriore guadagno economico". Un caso, per ovvie ragioni, che sta suscitando profondo imbarazzo all'amministrazione Usa.

Thiago Motta, tsunami finanziario per la Juve: quanto è costato cacciarlo
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:49

In casa Juve si cambia: via Thiago Motta, dentro Igor Tudor. L'italo-brasiliano è stato sollevato dall'incarico per il suo carattere poco “rabbioso”, per uscire dal momento difficile, e per una stagione fallimentare che ha portato la Juve sia fuori dall'Europa dopo l'eliminazione col Psg, sia dalla Coppa Italia (per mano dell'Empoli) sia distante dal quarto posto. Nove mesi poveri di soddisfazione, prima della decisione di Giuntoli di esonerarlo. L'addio di Motta però è costato una cifra altissima alla Juve dal punto di vista economico finanziario. Aveva firmato un accordo triennale da 5 milioni netti a stagione, che conterrebbe anche un paracadute (la cosiddetta “break payment close”) in caso di licenziamento entro il secondo anno di contratto.        Ciò ha significato per la Juve spendere una quindicina di milioni solo per liberarsi dell'allenatore ingaggiato appena l'estate scorsa. In più c'è anche il costo di Igor Tudor e del relativo entourage. La piccola nota positiva è che semestrale del club, al 31 dicembre scorso, ha dato segnali positivi. Il percorso di risanamento dei conti prosegue e il conto economico ha mostrato un risultato netto finalmente positivo (16,9 milioni) dopo anni di perdite.       La sostituzione in corsa dell'allenatore non dovrebbe vanificare questi progressi, ma in teoria potrebbe garantire meno colpi sul mercato in vista dell'estate, a maggior ragione in caso di mancata qualificazione in Champions League. Tanto che i rinnovi di alcuni giocatori in scadenza (Gatti e McKennie) sono rallentati.

"Fuori da ogni logica, si chiuda in casa con le pantofole": Vittorio Feltri spiana Romano Prodi
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:42

Romano Prodi intimidisce l'inviata di Quarta Repubblica e la afferra per i capelli, un caso che tiene banco da sabato. Una vicenda che ha suscitato aspre polemiche, a partire dal tono con cui l'ex premier si è rivolto a Lavinia Orefici, inviata di Rete 4, che gli chiedeva un'opinione sul Manifesto di Ventotene, il tutto dopo i fatti politici e la bagarre parlamentare della settimana. Ed ecco che sulla vicenda ora piove anche il commento di Vittorio Feltri, che non ha risparmiato bordate a Prodi. In un video, il direttore editoriale del Giornale passa all'attacco. "Questo signore si è un po' opacizzato e vi spiego perché", ha premesso. Dopo aver ricostruito l'accaduto, il fondatore di Libero ha rimarcato come Prodi, contrariato per quanto gli era stato chiesto, "si è infuriato per una domanda e ha strattonato la ragazza, la giornalista". Un comportamento che, secondo Feltri, potrebbe trovare una spiegazione solo in determinati contesti: "Che forse si può giustificare in un'osteria, in famiglia", ha picchiato durissimo. Ma che un ex premier "strattoni l'intervistatrice", ha aggiunto, "mi sembra veramente una cosa fuori da ogni logica".   Feltri ha poi espresso un'opinione netta sul futuro dell'ex leader dell'Ulivo: "Dovrebbe rassegnarsi e chiudersi in casa con le pantofole, con una bella barretta, starsene nel buono, tranquillo, guardare la televisione". E ancora, ha aggiunto che leggere i giornali per lui sarebbe un'attività plausibile, "almeno fino lì non è richiesta un'intelligenza così lucida". "Quando l'ira prevale sulla ragione, vuol dire che qualcosa si è rotto", ha concluso tranchant Feltri.

Salini “Torna a risplendere a Roma la Chiesa di Santa Maria di Loreto”
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:35

ROMA (ITALPRESS) – “Nelle città esistono tesori da custodire, perchè possano essere tramandati e raccontati alle future generazioni. Proteggere e riqualificare questo patrimonio fa parte dell'impegno che, con orgoglio, il nostro Gruppo ha assunto verso le comunità in cui opera, per la tutela del bello e la protezione del passato che abbiamo la fortuna di aver ereditato. Il senso di quell'eredità vive nell'equilibrio tra la tecnica e la bellezza, lo stesso equilibrio che Webuild ricerca nelle grandi infrastrutture che realizza nel mondo”. Lo ha detto l'amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, commentando la conclusione della ristrutturazione della Chiesa di Santa Maria di Loreto, capolavoro cinquecentesco che affaccia la sua cupola su piazza Venezia a Roma. “Ne abbiamo testimonianza proprio a Roma, dove, con la costruzione di un'opera tecnologicamente sfidante e innovativa come la linea C della metropolitana, contribuiamo a rafforzare la mobilità sostenibile nella Capitale, valorizzando al contempo la storia che ci ha preceduti – ha aggiunto Salini -. Lo facciamo tramite i reperti che, lavorando, ogni giorno abbiamo l'opportunità di riportare alla luce, ma anche attraverso la tutela dei monumenti e dei palazzi storici lungo tutta la linea. A Piazza Venezia ad esempio abbiamo lavorato per il consolidamento e il restauro della chiesa di Santa Maria di Loreto, in sinergia con le istituzioni e in particolare con la Soprintendenza Speciale di Roma”. “La Chiesa torna oggi a splendere grazie ad un grande lavoro di squadra multidisciplinare, che ha permesso di valorizzare e riportare all'originario splendore la sua ricchezza artistica, frutto di una lunga storia, che guarda oggi al futuro grazie a questo intervento. Voluta dalla corporazione dei Fornai di Roma e autorizzata da Papa Alessandro VI Borgia nel 1492, la chiesa è uno dei 15 edifici di valore artistico monitorati e valorizzati nell'ambito dei lavori della stazione Venezia della Linea C”, ha detto ancora Salini. La Chiesa è stata riportata oggi agli antichi fasti grazie agli interventi di ristrutturazione del consorzio guidato da Webuild e Vianini Lavori, nell'ambito delle attività di realizzazione della futura stazione Venezia della Linea C della Metropolitana. Gli interventi sulla Chiesa di Santa Maria di Loreto rientrano in un più ampio programma eseguito dal consorzio per la tutela e la valorizzazione dei monumenti e dei palazzi storici di Piazza Venezia, in pieno centro storico, con la direzione scientifica e l'alta sorveglianza della Soprintendenza Speciale di Roma. In questo caso, le attività si sono concentrate sulla chiesa dedicata alla Madonna di Loreto di proprietà del Pio Sodalizio dei Fornai. Diciotto mesi di interventi, iniziati nel 2023, hanno permesso di riqualificare questo tesoro di Roma grazie ad un grande lavoro di squadra che ha unito competenze ingegneristiche, architettoniche e artistiche con il coinvolgimento di un team multidisciplinare di operai, ingegneri, architetti, topografi e restauratori. Le attività hanno previsto il consolidamento strutturale, con l'inserimento di rinforzi in acciaio nelle murature e l'installazione di innovativi sistemi di monitoraggio, e il restauro del prezioso patrimonio artistico interno, tra cui gli affreschi della cupola e gli stucchi del presbiterio. Fu la corporazione dei fornai di Roma, autorizzata da Papa Alessandro VI Borgia nel 1492, a finanziare la costruzione di questa chiesa iniziata nel 1507, interrotta a causa del Sacco di Roma, e poi ricominciata fino alla conclusione dei lavori nel 1594. Un patrimonio unico opera di Antonio da Sangallo il giovane per l'edificio, mentre la Cupola porta la firma di Jacopo Del Duca, allievo di Michelangelo. Il suo restauro nel 1870 fu curato da Giuseppe Sacconi, l'architetto che pochi anni dopo avrebbe progettato e diretto i lavori di costruzione del Vittoriano. Uscendo dalla chiesa, arte e infrastrutture si fondono anche nel vicino cantiere per la realizzazione della stazione Venezia. Promosso dal consorzio, con il patrocinio di Roma Capitale e di concerto con le Soprintendenze competenti, il progetto di rigenerazione urbana Murales ha trasformato Piazza Venezia in una innovativa piattaforma culturale, trasformando i silos del cantiere, tipici strumenti industriali, in tele per la rappresentazione di opere di arte contemporanea create da artisti di respiro internazionale che a partire dallo scorso dicembre si alterneranno ogni quattro mesi. Ad aprile sarà dunque svelata l'opera del secondo dei sei artisti selezionati per interpretare le trasformazioni in corso nella città. – foto ufficio stampa Webuild – (ITALPRESS).

Proteste in Turchia per arresto Imamoglu, Erdogan: "Chi provoca caos, pagherà"
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:33

(Agenzia Vista) Turchia, 24 marzo 2025 "Lo spettacolo dell'opposizione prima o poi finirà e si vergogneranno del danno provocato al Paese. Coloro che hanno istigato questo caos saranno chiamati a risponderne. Smettete di istigare i nostri connazionali e di disturbare l'ordine pubblico". Lo dice il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Fb Erdogan Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Webuild, a Roma torna a splendere la Chiesa di Santa Maria di Loreto
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:32

Webuild, a Roma torna a splendere la Chiesa di Santa Maria di Loreto

L'esercito israeliano arresta il regista premio Oscar Ballal: "Un linciaggio". Clamoroso in Medio Oriente
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:10

Un caso clamoroso in Medio Oriente. Uno dei co-registi palestinesi del documentario premio Oscar 2025 No Other Land, Hamdan Ballal, è stato arrestato dall'esercito israeliano. L'arresto si è verificato dopo un attacco di decine di coloni al villaggio palestinese di Susiya, situato nella regione di Masafer Yatta.  Durante l'incursione, diverse proprietà sono state distrutte, e tra le persone prese di mira c'era anche Hamdan Ballal. Quest'ultimo è stato aggredito e, mentre riceveva assistenza medica in un'ambulanza, i militari lo hanno prelevato, arrestando anche un altro cittadino palestinese. Secondo quanto si è appreso, Ballal rischiava il linciaggio. A segnalare l'accaduto è stato il gruppo di attivisti del Center for Jewish Nonviolence, che ha dichiarato di non conoscere attualmente la posizione di Ballal. Il co-regista israeliano di No Other Land, Yuval Abraham, ha scritto su X che Ballal è stato "linciato", riportando ferite alla testa e allo stomaco. Ha inoltre sottolineato che al momento non è chiaro dove si trovi o se stia ricevendo cure mediche. Il documentario No Other Land, vincitore dell'Oscar per il miglior documentario nel 2024, racconta la battaglia degli abitanti di Masafer Yatta contro l'esercito israeliano. Il film è stato realizzato da quattro registi: i palestinesi Hamdan Ballal e Basel Adra, entrambi originari della zona, e gli israeliani Yuval Abraham e Rachel Szor.

Affari Tuoi, Dino si presenta così: il pubblico impazzisce a tempo record. E poi Angela...
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 20:02

Termina il tiggì, termina la striscia di Bruno Vespa ed ecco che su Rai 1, come ogni sera - nazionale italiana permettendo - tocca ad Affari Tuoi. Già, il gioco dei pacchi, della sorte e del Dottore, il regno di Stefano De Martino, il format campionissimo in termini di share che, sera dopo sera, ipnotizza milioni di italiani davanti al piccolo schermo. La puntata in questione è quella di lunedì 24 marzo. Puntata come sempre commentatissima sui social in generale e su X in particolare, il terreno elettivo per chi vuole dire la sua, in tempo reale, su quanto accade nello studio di De Martino. Ed ecco, in questa puntata, i commenti ironici, taglienti, stupiti e sconvolti fioccano addirittura ancor prima dell'inizio del gioco, ancor prima della primissima chiamata. Le ragioni? Sono due. La prima è Dino, ossia il concorrente a cui tocca misurasi con la fortuna. Proveniente da Amelia, provincia di Terni e dunque in rappresentanza dell'Umbria, Dino si presenta così: "Buonasera! Sono Dino, titolare di tabaccheria, pasticceria e caffetteria". Una sorta di curriculum non richiesto che ha letteralmente scatenato gli utenti sui social: commentatissima la sua presentazione, piuttosto impacciata e un poco grottesca, una presentazione che, per inciso, ricalcava quella che declamava quando chiamato in gioco in veste di pacchista. Al suo fianco, nell'avventura a suon di pacchi, ecco la sorella Chiara.     La seconda ragione dell'impazzimento? Angela da Barletta, nuova pacchista ovviamente in rappresentanza della Puglia, la quale con un grande sorriso spiega: "Sono incinta!". Già, la pacchista incinta, da subito commentatissima e altrettanto amata dal popolo-social che commenta Affari Tuoi. E ora, buona puntata a tutti.

"Moneta e promesse", al Museo del Risparmio il libro di Zannoni
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:51

"Moneta e promesse", al Museo del Risparmio il libro di Zannoni

Intesa Sanpaolo, al Museo del Risparmio il libro “Moneta e promesse”
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:50

TORINO (ITALPRESS) – “Moneta e promesse. Sette storie di banchieri che hanno plasmato il mondo moderno” è il titolo del libro di Paolo Zannoni, banchiere d'affari di lungo corso, presentato a Torino, al Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo. In questo volume Zannoni spiega il complesso rapporto tra banche e Stati, mostrando come regimi diversi in periodi e in culture differenti abbiano tutti collaborato con le banche per raggiungere i propri obiettivi. Dal rione di Rialto nella Venezia del XVII secolo alla nascita della Banca d'Inghilterra, dal Regno di Napoli alla Russia bolscevica, dalla Rivoluzione americana all'Ecu de Marc, l'antenato dell'euro. Il libro ripercorre un viaggio nella storia per riflettere sul ruolo delle banche e del debito fra passato e presente. “Dopo essere stato in banca d'affari per diversi anni – spiega Zannoni – ho cominciato a leggere sulla moneta, l'argomento era molto complicato e non ero soddisfatto di quello che trovavo. Per questo ho deciso di andare a guardare i documenti originali. Il punto saliente del mio libro è uno solo: il debito delle banche è la moneta degli Stati moderni”. Per il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro “Zannoni lavora come uno storiografo, ha letto i libri contabili dei primissimi banchieri e di chi emetteva debito. Il volume racconta di diverse epoche e sovrani. Quando si esagera nell'emettere promesse la gente non ci crede più, la promessa perde valore e si chiama inflazione”. Gros-Pietro sottolinea l'importanza dell'educazione finanziaria che “richiede un certo impegno. Conoscere la finanza è essenziale per fare in modo che il denaro sia al servizio della persona e non viceversa. Noi come banca offriamo gratuitamente una formazione di istruzione finanziaria e competenze”. -foto f19/Italpress- (ITALPRESS).

Sondaggio TgLa7, dove crolla il Pd dopo la sceneggiata su Ventotene. Lega, super-balzo: tutte le cifre
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:44

Lunedì sera, giorno di sondaggi al TgLa7 condotto da Enrico Mentana. E come ogni lunedì, ecco piovere l'ultima rilevazione elaborata da Swg: se ci fossero le elezioni oggi, lei per chi voterebbe? E il sondaggio di lunedì 24 marzo offre più di uno spunto interessante. Si parte ovviamente da FdI, primo partito e come sempre per distacco: la forza guidata da Giorgia Meloni viene accreditata del 29,7%, in calo dello 0,3% dopo il balzo che la settimana precedente aveva portato FdI al 30 per cento. Dunque, il Pd in seconda piazza, staccatissimo, al 22,4 per cento. Ma il dato interessante è che nella settimana del gran caos sul Manifesto di Ventotene, cavalcato da Elly Schlein e sinistra come il tema identitario per eccezione, i dem lasciano lo 0,3%, proprio come FdI. Ma c'è una differenza, di non poco conto: i dossier su cui sono impegnati il governo e Meloni - Ucraina, dazi, rapporti con la Ue - sono certo più spinosi rispetto a quelli affrontati dal Pd, concentrato sul Manifesto come fosse manna dal cielo e che, però, finisce col perdere terreno. Dunque, in terza piazza il M5s, stabile al 12,2 per cento. Poi Forza Italia, in crescita dello 0,2% al 9,3%; quindi la Lega, accreditata di un balzo dello 0,4% all'8,4%; e ancora Verdi e Sinistra, in calo dello 0,1% al 6,2 per cento. Tra le altre forze Azione, in crescita di un decimale, viene data al 3,6%; poi Italia Viva, in salita di 0,2 punti percentuali al 2,4%; +Europa e Noi Moderati lasciano entrambi lo 0,1% e si assestano, rispettivamente, all'1,8% e all'1% tondo tondo. Le altre liste, complessivamente, raccolgono il 3% dei consensi mentre il 32% del campione interpellato sceglie di non esprimere alcuna preferenza.

Zaia: "Veneto laboratorio per la sicurezza grazie ad accordo con Viminale"
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:40

(Agenzia Vista) Venezia, 24 marzo 2025 - "La sicurezza dei cittadini è un bene primario e anche in questo ambito il Veneto è un laboratorio. Il protocollo siglato oggi è il primo del genere livello nazionale che, con tre milioni di euro iniziali, stanziati dal Ministero dell'Interno, consente di incentivare il controllo del territorio con fino a ulteriori nuove 350 telecamere, posizionate in punti strategici delle infrastrutture stradali e autostradali". Questo il commento del presidente della Regione, Luca Zaia, di seguito alla firma del protocollo d'intesa in materia di sicurezza insieme al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Fb Zaia Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Yuki Tsunoda zittito e trascinato via dall'addetto stampa: la domanda proibita sulla Red Bull
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:36

L'inizio di stagione in Red Bull di Liam Lawson, che ha preso il posto di Sergio Perez al fianco di Max Verstappen, è stato tragico, da un punto di vista sportivo. Tanto che la squadra che ha in forza il campione in carica del mondiale di Formula 1, ora, sta ragionando sull'opportunità di sostituirlo dopo sole due gare. In ogni caso, il prossimo Gp in Giappone, per Lawson sarebbe già l'ultima spiaggia. Lento in qualifica e in crisi in gara, il rendimento dell'esordiente non è accettabile per un team di quel livello. Il calendario impone decisioni rapide: dopo una pausa domenica 30 marzo, la Formula 1 ripartirà con tre Gran Premi consecutivi. Un eventuale cambio dovrebbe avvenire prima di Suzuka, un tracciato che potrebbe vedere Yuki Tsunoda al volante della Red Bull. Il pilota giapponese, dopo un'ottima stagione 2024, sperava di ottenere il sedile lasciato libero da Perez e ha iniziato il 2025 con prestazioni convincenti. Ragione per la quale potrebbe essere spostato dalla Racing Bull, il team satellite, in prima squadra. E c'è un istante che sul possibile avvicendamento dice molte cose. Siamo in Cina, al termine del Gp Tsunoda parla alla stampa e premette: "In Giappone voglio la macchina più veloce". Quindi, a bruciapelo, gli hanno chiesto se accetterebbe di guidare la Red Bull. "Sì, perché no?", ha risposto il giapponese. E dopo quelle parole, ecco che il capo della comunicazione della Racing Bulls lo ha di fatto zittito, allontanandolo dai microfoni. Domanda scomoda, proibita. Meglio tacere.     Parole a cui Lawson ha risposto in modo aspro: "Tsunoda può dire quello che vuole, a essere onesti. Ho gareggiato con lui per anni, anche nelle categorie giovanili, e l'ho battuto, così come in Formula 1. Non è qualcosa che mi piace e sto lavorando duramente. Non ho tempo per provare la macchina e abituarmi. Non sono stupido, so come funziona questo mondo". Insomma, Lawson non vuole arrendersi. Ma la decisione spetta tutta alla Red Bull, a Helmut Marko e Christian Horner. E Marko sembra avere le idee chiare: "Yuki è uno Yuki diverso rispetto agli anni precedenti. È in forma come non mai. Ovviamente ha cambiato gestione. Ha un approccio diverso. È più maturo. Ci è voluto un po', ma ora sembra che funzioni". Insomma, il giapponese a brevissimo si prenderà la seconda guida in Red Bull? Un'ipotesi molto più che concreta...

"Star di serie B, fallito": Donald Trump insulta George Clooney, cosa fa esplodere il caso
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:36

"Star di serie B" e "un politologo fallito": così Donald Trump sul social Truth ha definito George Clooney, dopo che quest'ultimo ha criticato lo stato della libertà di espressione e di stampa negli Usa. L'attore Premio Oscar è stato intervistato dal programma della Cbs, Sixty Minutes, per promuovere la versione teatrale del suo film del 2005 "Good Night, and Good Luck" sulla figura del giornalista Edward Murrow, protagonista negli anni '50 di un celebre scontro tv con il senatore repubblicano Joseph McCarthy sempre sulla Cbs.  Era il 1954 e nel programma See It Now era stato trasmesso un servizio dedicato a McCarthy. Un servizio che, attraverso filmati d'archivio e commenti incisivi, aveva messo in luce le contraddizioni e la mancanza di prove reali nelle accuse del senatore durante la "caccia alle streghe" contro presunti comunisti infiltrati nel governo, nei media, nell'esercito e in altri settori della società americana tra cui Hollywood.       Parlando della situazione attuale, Clooney ha spiegato che quello tra governo e stampa è "uno scontro epocale", riferendosi in particolare a quanto accaduto al Los Angeles Times e al Washington Post, i cui proprietari hanno impedito alle redazioni di schierarsi a nome delle testate nelle elezioni presidenziali dello scorso novembre. Clooney, il cui padre era giornalista, ha anche fatto dei paragoni tra gli eventi in scena in "Good Night, and Good Luck" e le difficoltà dei media di oggi.

"Era gente meno abituata a chiedere scusa": Terruzzi demolisce la Ferrari, basta una frase
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:35

Domenica nera per la Rossa. L'unico - forse - a salvarsi è stato Lewis Hamilton. Per lo meno, il pilota inglese ha regalato ai tifosi della Ferrari l'illusione che il peggio fosse passato. Ma poi si è subito consumato lo psicodramma. Due Rosse squalificate, sia la sua sia quella di Charles Leclerc. Per due motivi differenti, ma entrambi con ammissioni di colpa. E alcune spiegazioni proprio non quadrano. Per esempio, il monegasco è finito fuori regola a causa del consumo eccessivo della gomma dopo l'unico stop. Ma la domanda, a questo punto, sorge spontanea: se Hamilton avesse fatto lo stesso sarebbe stato squalificato anche lui? Come sottolinea Giorgio Terruzzi sul Corriere della Sera, Leclerc ha dato per vincente il passo della SF-25: senza quell'ala rotta nella collisione al via avrebbe potuto mettere fuori le due Ferrari in largo anticipo sugli eventi. Una tesi, però, difficile da condividere. Soprattutto pensando al ritmo di Hamilton con una vettura intatta e il recupero di Max Verstappen con un'auto tutto sommato opaca. A questo punto è facile comprendere la frustrazione di Leclerc: desiderava a tutti i costi una Ferrari molto diversa da questa e una giornata magica, la stessa che ha illuminato il compagno di squadra.     Così diventa facile presumere che la Ferrari abbia superato i limiti del regolamento perché nei pressi del limite è costretta a correre, su fronti tecnici diversi, senza soddisfazione alcuna. L'ultima doppia squalifica per le Rosse risale addirittura al 1999. Ben 26 anni fa. In quel caso furono estromessi Schumacher e Irvine. Le colpe ricaddero sul direttore tecnico Ross Brawn, sul capogita Jean Todt, sul presidente Luca di Montezemolo. "Tutta gente meno abituata a chiedere scusa", precisa ancora il Corriere.

"Cosa gli accadrà, molto velocemente": Thiago Motta, la profezia di Simone Inzaghi
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:33

Il giorno dopo l'ufficialità della separazione tra Thiago Motta e la Juventus tanti colleghi dell'ex tecnico del Bologna si sono esposti in sua difesa. Oggi, lunedì 24 marzo, si è svolta al Centro federale di Coverciano la consegna della Panchina d'Oro, il prestigioso riconoscimento al miglior allenatore di una determinata stagione. In questo caso, il premio è stato assegnato calcolando quella passata. E a vincerlo è stato Simone Inzaghi, campione d'Italia con la sua Inter. Dietro di lui, Gian Piero Gasperini, che ha ricevuto la Panchina d'Oro Speciale per l'Europa League conquistata con l'Atalanta. "Thiago Motta lo stimo come allenatore - ha commentato Simone Inzaghi - e soprattutto lo stimo come persona e penso che ritornerà molto velocemente perché è veramente bravo". Stesso discorso anche per Gian Piero Gasperini: "Penso a tutti gli allenatori, soprattutto a quelli un po' in difficoltà – ha dichiarato – Quando succede non lo facciamo solo professionalmente, spesso c'è una gogna mediatica sul personale. Questo non mi piace. Un pensiero va anche a queste persone, mi riferisco nello specifico a Thiago Motta in questo momento”. Gasperini poi ha concluso: “Non è che vincendo questa coppa è cambiato qualcosa per me, la vittoria di un allenatore è il migliorare i calciatori ogni giorno”.   "Ho vissuto momenti intensi, affrontati sempre con massima determinazione e volontà di migliorare ogni giorno. Ringrazio la proprietà per avermi dato la possibilità di fare parte di questo grande club, la dirigenza e tutte le persone del club che mi hanno sostenuto nel lavoro quotidiano, i giocatori per il lavoro e l'impegno profusi fin dal primo giorno insieme". Questo il saluto di Thiago Motta alla Juventus e ai suoi tifosi attraverso un comunicato diffuso dallo stesso club bianconero. "Auguro ai tifosi e alla Juventus il meglio per il futuro", ha aggiunto.

"Sono troppo simili!". L'Eredità, esplode la rivolta dopo la ghigliottina: un caso senza precedenti | Guarda
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:27

Lunedì 24 marzo è andata in onda una nuova puntata de L'Eredità, il game show di Rai 1 condotto da Marco Liorni. "Eccoci pronti. Buona settimana Italia, buon lunedì a tutti", ha esclamato il padrone di casa a inizio puntata. Subito dopo ha dato il bentornato al nuovo campione Gabriele. Con lui hanno giocato come concorrenti Noemi da Castellamare di Stabia, Nino da Monza, Alessandra da Cosenza, Marco da Brescia, Luana da Mantova e Marina, ieri ai 100 secondi. "Giochiamo?", ha chiesto il conduttore. "Giochiamo", ha esclamato il pubblico in studio a gran voce. L'unica concorrente che è riuscita ad arrivare fino alla Ghigliottina è stata Marina. per portarsi a casa la bellezza di 23125 euro doveva indovinare una parola che quadrasse con "Risultato", "Prodotto", "Negativo", "Superare", "Ingresso". Dopo qualche istante di riflessione, la concorrente ha scritto sul proprio cartoncino: "Peso". Ma non era la soluzione giusta. La risposta esatta era: "Test".   Intanto sui social qualcuno ha polemizzato contro la soluzione finale della Ghigliottina. La concorrente aveva comunque sbagliato la risposta. Ma quando Liorni ha provato a farla ragionare, suggerendole che pratica che in molti affrontano per entrare in Università, lei ha risposto Esame. Ma in realtà quello che intendevano gli autori era "Test". "Certo che esame e test sono molto simili", ha commentato una telespettatrice su X.     Certo che esame e test sono molto simili #ghigliottina — LaDany (@PascucciDaniela) March 24, 2025

Under 21, pari 1-1 in amichevole con la Damimarca
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:20

CITTADELLA (ITALPRESS) – Nell'ultima amichevole prima degli Europei di giugno, l'Italia Under 21 pareggia 1-1 contro la Danimarca al ‘Tombolatò di Cittadella grazie ad un gol di Prati. Si chiude quindi senza vittorie questa sosta per i ragazzi di Carmine Nunziata, reduci dalla sconfitta di Venezia contro un'Olanda rimasta in nove ma capace di beffare i padroni di casa nel recupero. Oggi serviva una reazione per voltare pagina, ma a Cittadella agli azzurrini è mancata anche quella fluidità di gioco che aveva spinto Nunziata a guardare il bicchiere mezzo pieno contro gli oranje. Ciò che non è mancato al ‘Tombolatò è invece qualche ingenuità di troppo. Come quella al 21′ che ha portato al vantaggio danese, dopo un gol annullato agli ospiti. Zanotti calcia addosso a Prati e aziona la ripartenza della Danimarca: Jorgensen lavora bene un pallone per Sorensen che si inserisce in area e batte Desplanches. Una reazione strutturata da parte dell'Italia non c'è. La squadra di Nunziata sembra soffrire l'intensità dei danesi e per il pareggio serve un eurogol di Prati, che al 37′ dopo una respinta della difesa lascia partire una conclusione al volo da fuori area che coglie di sorpresa Jumgdal. All'intervallo Nunziata richiama Desplanches, Pisilli e Bianco. Dentro Sassi, Ndour e Doumbia. Più fisicità a centrocampo, ma anche più esperienza internazionale con l'ingresso poco dopo di Baldanzi e Fabbian al posto di Pafundi ed Esposito. L'occasione del 2-1 ce l'ha proprio Fabbian che si inserisce con i tempi giusti dopo un tiro deviato di Zanotti, ma il suo tocco in spaccata termina fuori. Al 70' scocca anche l'ora di Koleosho, che al primo pallone toccato spreca una chance a tu per tu con il portiere. Nel recupero è Ghilardi a colpire la traversa sugli sviluppi di un corner. Finisce 1-1 al ‘Tombolatò. Servirà un'altra Italia in Slovacchia a giugno. – foto IPA Agency – (ITALPRESS)

Elezioni, Zaia "Meglio il voto in primavera"
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 19:00

Elezioni, Zaia "Meglio il voto in primavera"

Nordio “Punire magistrati per opinioni politiche? Nulla di concreto”
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 18:55

ROMA (ITALPRESS) – “Punire i magistrati se esprimono opinioni politiche non è una questione all'ordine del giorno e non è un nostro disegno di legge, si tratta piuttosto di una riflessione che facciamo da tempo sul fatto che alcuni di loro si esprimono in termini rudi e aggressivi, come avvenuto di recente nei confronti di esponenti del governo, e su quali possono essere le conseguenze: in questo momento però non c'è nulla di concreto”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ospite a Cinque minuti su Rai1. “L'idea di un controllo dell'esecutivo sulle decisioni dei giudici, è una vecchia litania petulante che non ha nessun fondamento razionale. La separazione delle carriere esiste in tutti i Paesi democratici dove è stato instaurato il processo accusatorio, che in Italia esiste dal 1988: non vedo dove possa esserci lesa maestà nei confronti della magistratura”, ha aggiunto. -Foto: Ipa Agency- (ITALPRESS).

"Figurati se parlo, poi dicono che l'ho stuprata": Romano Prodi deraglia ancora con una giornalista
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 18:33

Nervi tesissimi per Romano Prodi. Il caso è sempre quello della brutta risposta a Lavinia Orefici, inviata di Quarta Repubblica, e delle accuse di averla tirata per i capelli. La trasmissione, nel frattempo, ha anticipato alcuni frame del filmato integrale che proporrà in serata. E in questo contesto, ecco che emergono i nervi tesissimi dell'ex premier. Siamo a Bologna, alla presentazione di Due generazioni, una rivoluzione, libro scritto da Valerio Martinelli e Vannino Chiti insieme alla presidente delle Acli provinciali, Chiara Pazzaglia. Ecco, al termine dell'incontro, Prodi non ha risposto ad alcuna domanda dei giornalisti. O meglio, si è limitato a una battuta: "Figurati se parlo con una giornalista, che poi dicono che l'ho stuprata...", ha tuonato Romano Prodi. Insomma, parole pesanti e un paragone piuttosto ardito, il cui significato appare chiaro: per l'ex premier, la vicenda sarebbe stata ingigantita. In ogni caso, Prodi ha parlato nel corso dell'evento, dove si è schierato, al solito, armi e bagagli in difesa dell'Unione europea: "Quando parlo coi giovani e dico che l'Europa ha garantito tre generazioni di pace non frega niente a nessuno", ha tuonato. Accenti che tradiscono sempre un qual certo nervosismo. Per l'ex premier e presidente Ue "non è un distacco dall'Europa, è un distacco dalla politica. Negli ultimi 15 anni l'Europa, tranne che sul Covid, ha fatto delle mediazioni. Ma possiamo attirare i ragazzi con delle mediazioni?". E se questo non è accaduto con la guerra in Ucraina, "speriamo che le follie di Donald Trump provochino qualche risveglio", ha concluso la sua intemerata Romano Prodi.

Dieta, lo studio durato 30 anni: cosa mangiare per vivere (davvero) più a lungo
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 18:23

Seguire un regime alimentare ricco di specifici nutrienti, tra cui frutta, verdura, cereali integrali, grassi insaturi, noci, legumi e latticini magri, è associato a una migliore salute fisica e mentale in eta' avanzata. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati dell'Università di Montreal, della Harvard T.H. Chan School of Public Health e dell'università di Copenhagen. Il team, guidato da Anne Julie Tessier, Frank B. Hu e Marta Guasch-Ferré, ha valutato i dati relativi a oltre 100mila persone negli Stati Uniti, scoprendo che solo il 9,3 per cento del campione stava sperimentando un invecchiamento sano. In effetti, riportano gli studiosi, la maggior parte della coorte è stata associata a un apporto insalubre di grassi, sale, bevande zuccherate, carni rosse o alimenti ultra-processati, tutti notoriamente legati a esiti di salute peggiori. Le abitudini alimentari, precisano gli esperti, costituiscono il principale fattore di rischio comportamentale per morte e malattie croniche a livello globale, e negli anziani statunitensi sono il secondo parametro di rischio dopo il consumo di tabacco. Comprendere la relazione tra dieta e invecchiamento sano, aggiungono gli autori, è fondamentale anche e in prospettiva dell'aumento dell'età media nella popolazione generale globale.   Nell'ambito dell'indagine, i ricercatori hanno identificato specifici modelli dietetici che influenzano la probabilità di raggiungere un invecchiamento sano, inteso come il raggiungimento dell'età di 70 anni senza gravi malattie croniche né compromissione della funzione cognitiva, fisica o mentale. I 105.015 individui che hanno partecipato allo studio sono stati seguiti per circa 30 anni, e solo il 9,3 per cento del campione si è classificato per un modello di invecchiamento sano. I risultati hanno mostrato che coloro che aderivano a otto modelli dietetici specifici, basati sulla presenza di macronutrienti, erano associati a maggiori probabilità di arrivare a 70 anni in salute. Nello specifico, i modelli alimentari più sani includevano maggiori apporti di frutta, verdura, cereali integrali, grassi insaturi, noci, legumi e latticini magri. Al contrario, alimentazioni ricche di bevande zuccherate, grassi saturi, carni rosse e cibi processati erano associate a rischi maggiori per la salute. I risultati, concludono gli autori, potrebbero aiutare le persone a prendere decisioni comportamentali positive per promuovere un invecchiamento sano, migliorando funzioni cognitive e benessere fisico e mentale.

Chiara Ferragni, una scelta clamorosa: dove ha festeggiato il compleanno della figlia Vittoria
2 giorni fa | Lun 24 Mar 2025 18:13

Nel giorno dello sfogo, piovuto con un video pubblicato sui social in cui Chiara Ferragni assicura di avere molte cose da raccontare (il riferimento implicito è per certo al lungo e difficile periodo che ha vissuto negli ultimi anni), l'influencer ha da poco festeggiato il compleanno dei figli, Vittoria e Leone. Già, i due sono nati a pochi giorni di distanza – il 19 marzo lui e il 23 marzo lei – e hanno avuto ciascuno la propria festa.  Chiara Ferragni ha organizzato un evento con amici e parenti per celebrare i suoi figli. Per quel che riguarda il compleanno più recente - quello di Vittoria, caduto ieri - ecco che la mattinata della piccolina si è aperta con una sorpresa emozionante: la casa era decorata con decine e decine di palloncini rosa, un pensiero riservato solo a lei. Successivamente, l'intera famiglia è andata a Palazzo Parigi, un elegante hotel di lusso situato in un edificio storico, completo di spa, giardini, lounge bar e un raffinato ristorante. Una domenica di festeggiamenti tra piatti tipici della cucina milanese e arredi esclusivi. Chiara Ferragni, per l'occasione, ha sfoggiato un look total black. Poi il pranzo, una lunga tavolata decorata con splendidi fiori rosa. Tra gli invitati anche le zie Valentina e Francesca, che hanno immortalato alcuni momenti del party e condiviso sui social le immagini della torta per la festeggiata. Immancabili, ovviamente, le candeline.     Un dettaglio, inoltre, si è fatto notare: non è stata pubblicata nessuna foto di Vittoria. Un netto cambio di direzione rispetto ai tempi in cui i figli di Fedez e Ferragni popolavano i profili Instagram dei due. Un cambio di direzione che, in verità, è ormai netto da mesi: dopo la separazione e con l'imminenza del divorzio, Ferragni e Fedez hanno di fatto annullato la visibilità social dei due bambini, il tutto in base a un accordo tra genitori, decisi a tutelare la privacy dei loro figli in un momento così delicato.