Gli esecutivi dei principali Paesi dell’Ue sono in affanno, a partire dalla Germania, dove Merz non è caduto solo grazie al sostegno dell’opposizione alla riforma delle pensioni. La solita sopravvivenza politica a tutti i costi, anche a quello di tradire gli elettori. Possiamo dire che la democrazia si è scollata sulle pensioni, materia incandescente per tutti. Toccare la previdenza significa toccare i fili sensibili del quadro elettrico europeo. Gli italiani lo sanno bene e ricordano perfettamente le cause che portarono al governo Monti e, tra le altre cose, alla riforma Fornero, che per prudenza nessun governo osa toccare, nemmeno l’attuale, nonostante certe promesse in campagna elettorale. A pattinare sul ghiaccio ora tocca ai tedeschi: il governo del cancelliere Merz rischiava il capitombolo proprio sulla riforma delle pensioni e se si è salvato è stato per l’aiutino della Sinistra radicale, che in teoria sarebbe all’opposizione. Per farla breve è accaduto che il partito del cancelliere, la Cdu, si è spaccata tra la componente giovanile, lo Junge Gruppe che conta 18 voti, e il resto del partito. Continua a leggere
La nuova serie di The Rainmaker, prodotta anche da John Grisham, approda su Sky rinnovata per una seconda stagione. Dieci episodi tra Charleston e le zone d’ombra della legalità, seguendo il percorso di un Rudy Baylor più ingenuo e disincantato. The Rainmaker ha già avuto i suoi passaggi fortunati, prima bestseller, poi pellicola a firma di Francis Ford Coppola. Ma la storia di John Grisham, parabola perfetta per descrivere la mutevolezza delle idee, specie di quelle che l'ambizione, il potere e il denaro possono plasmare a proprio piacimento, non ha finito di chiedere adattamenti. L'ultimo, voluto tra gli altri dallo stesso Grisham, annoverato tra i produttori esecutivi, ha la forma di un racconto seriale, declinato in dieci episodi e rinnovato anzitempo per una seconda stagione. Continua a leggere
La Commissione è pronta a esentare dalle tariffe le auto elettriche costruite in Asia dal colosso tedesco il quale, intanto, nel Vecchio continente chiude le fabbriche. Meloni ai vertici Ue: «Aprire a ibride e biofuel». La Commissione europea, sotto la presidenza di Ursula von der Leyen, si conferma campione della globalizzazione, con l’annuncio dell’apertura di una revisione sui dazi applicati alle auto elettriche prodotte in Cina dal Gruppo Volkswagen. La ex potenza industriale Europa si sta trasformando in una colonia commerciale e il simbolo di questa triste parabola è la disastrosa imposizione dell’auto elettrica da parte dell’Unione europea, che ora si arricchisce di un nuovo capitolo: esentare dai dazi le importazioni delle auto Volkswagen prodotte in Cina. Continua a leggere
Oggi a Miami nuovo round negoziale tra la delegazione americana e quella gialloblù. Il Cremlino alla finestra: «Militari impegnati finché non otteniamo i nostri obiettivi». Vladimir Putin in visita al monumento del Mahatma Gandhi : «Oggi Mosca difende i suoi princìpi». Lo speciale contiene due articoli Continua a leggere
L’Anticorruzione accusa Anna Skorokhod: «Al vertice di un gruppo criminale dedito alle estorsioni». Avrebbe intascato 250.000 dollari. Intanto Volodymyr Zelensky pensa a Mykhailo Fedorov come nuovo capo del suo staff. Le autorità dell’anticorruzione ucraine hanno aperto un nuovo fronte interno in un momento cruciale per il Paese. Nabu, Sapi e i servizi di Sicurezza hanno annunciato di aver smantellato un presunto sodalizio criminale riconducibile alla parlamentare Anna Skorokhod, accusata di aver preteso denaro da un imprenditore. Secondo le prime ricostruzioni, la deputata - perquisita insieme ai suoi collaboratori - avrebbe costretto un uomo d’affari a versarle 250.000 dollari. Eletta nel 2019 nel distretto di Kiev ed entrata in Parlamento sotto la bandiera di Servitore del popolo (partito del presidente Volodymy Zelensky, Skorokhod era stata espulsa dal partito solo pochi mesi dopo e ora siede nel gruppo Per il futuro. Continua a leggere
Secondo l’ultimo rapporto, il 43% degli italiani è contrario a qualunque intervento. Mentre la Cei condanna gli investimenti militari: «No alla forza, sì all’obiezione di coscienza e al servizio civile». Federcontribuenti: «Basta aiuti bellici all’Ucraina». Sarà interessante ascoltare gli autorevoli commentatori che difendono la Costituzione «nata dall’antifascismo», ma hanno una gran voglia di menare le mani per farla pagare a Vladimir Putin e indirettamente a Donald Trump. Solo che gli italiani mandano a memoria l’articolo 11 e si adeguano: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». A dare manforte arrivano i contribuenti che intimano «basta soldi all’Ucraina» e i vescovi che in una nota della Cei riprendono don Milani, per dire: «La difesa della patria non si assicura solo con il ricorso alle armi, ma passa per la cura della civitas, attraverso l’obiezione di coscienza e il servizio civile». Continua a leggere
L’esposizione di Vienna propone ai bambini rane crocifisse e Madonne trans. Ma per il clero è «rispettosa». Madonne trans e rane crocifisse fatte vedere ai bambini. Una trovata che qualche esponente della sinistra nostrana magari proverebbe a emulare, proponendola come educazione artistica. Accade a Vienna, dove una discussa mostra dal titolo «Du Sollst dir ein Bild Machen», «Dovresti farti un’immagine», viene proposta come strumento didattico per i piccoletti. Continua a leggere
Il governatore della banca centrale indiana, Sanjay Malhotra, parla di un raro «momento Goldilocks» - crescita forte e inflazione quasi nulla - e ritocca al rialzo le stime nonostante i dazi Usa al 50%. L’India approfitta della combinazione, rara per qualunque economia avanzata o emergente, di crescita esplosiva e inflazione quasi nulla. La Reserve Bank of India ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di un quarto di punto, portando il benchmark al 5,25%. È il quarto intervento da quando Sanjay Malhotra è diventato governatore a fine 2024: in un anno l’istituto ha ridotto il costo del denaro complessivamente di 1,25 punti. Continua a leggere
Dall’iniziativa S-info, quasi mezzo milione per «combattere la disinformazione». In realtà, ne deriva un’inchiesta che denigra le politiche «antiabortiste» del Piemonte. Non passa settimana senza che da qualche esponente dei vertici europei arrivi un allarmato appello ad alzare la guardia contro le fake news, la disinformazione, la guerra ibrida combattuta a suon di bufale da questa o quella potenza straniera. La minaccia - ripetono - è talmente grande che la Commissione europea decide di correre ai ripari, mettendo in campo alcune iniziative non molto pubblicizzate ma suggestive. Continua a leggere
Le case editrici antifa deserte. Oggi, per protesta, circa 20 espositori (su 600) copriranno i propri volumi con dei teli neri. Il mondo al contrario non è soltanto il titolo del libro di Roberto Vannacci, che ha venduto centinaia di migliaia di copie grazie alla pubblicità che i giornali di sinistra gli hanno fatto avviando una campagna stampa durissima contro di lui. Il mondo al contrario è pure quello in cui i maestri del pensiero unico denunciano la presenza a Più libri più liberi di una casa editrice «fascista» e, dopo inutili polemiche e ancor più inutili appelli al boicottaggio, i visitatori fanno la coda per visitarne lo stand (il G51). Perché quello di Passaggio al bosco è, ad oggi, lo spazio più frequentato di questa fiera del libro. Continua a leggere
Ai familiari dei malintenzionati uccisi a Grinzane Cavour riconosciuto un indennizzo di 480.000 euro. Per i morti sul lavoro, invece, lo Stato concede poco più di 12.000 euro. Quattordici anni e nove mesi di carcere e mezzo milione di risarcimenti. Questo il prezzo da pagare per Mario Roggero, questa la pena inflitta a chi non ha ricevuto la protezione e la sicurezza che gli sarebbe spettata di diritto. Il gioielliere di Grinzane Cavour che nell’aprile 2021, durante una rapina nel suo negozio, uccise due banditi e ne ferì un terzo, oggi inevitabilmente è chiamato a pagare per le sue azioni. Continua a leggere
Il deputato di Fdi: «Questa norma è valida, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, cioè la magistratura. Il gioielliere non poteva sapere se la rapina fosse finita. Comunque se i delinquenti fossero stati a casa loro...». Viviamo in un Paese in cui chi aggredisce ha quasi più tutele di chi viene aggredito. In Italia la legittima difesa viene ancora vista con sospetto. Se reagisci a una rapina, per paura o per difendere te o la tua famiglia, non si sa come andrà a finire. Di sicuro la legge non ti darà ragione. Come è accaduto al gioielliere di Grinzane Cavour (Cuneo), Mario Roggero, 72 anni, che da quasi 5 anni vive le pene dell’inferno per essersi difeso dall’ennesima aggressione. Una sentenza che stravolge la realtà, perché il commerciante diventa il colpevole e il bandito la vittima. Continua a leggere
Niente carcere per Sandro Mugnai, l’uomo che nell’Epifania del 2023 reagì sparando all’aggressione di un conoscente albanese che tentava di buttargli giù la casa per delle banali ruggini. Fortunatamente, ogni tanto i magistrati scelgono il buon senso. Nel gennaio 2023 fu costretto a sparare quattro colpi di fucile perché il vicino di casa albanese, Gezim Dodoli, dopo aver ammassato le auto dei suoi familiari in un angolo del piazzale, con la benna di una ruspa tentava di abbattere il casolare di campagna che aveva appena ristrutturato sui colli di Arezzo. Dopo i primi scossoni, mentre i muri cominciavano a sgretolarsi, temette di restare sotto le macerie con i suoi cari e tirò il grilletto, freddando l’aggressore. Continua a leggere
Carlo Melato continua a dialogare con il critico musicale Alberto Mattioli, aspettando la Prima del 7 dicembre del teatro alla Scala di Milano. Tra i misteri più affascinanti del capolavoro di Shostakovich c’è sicuramente il motivo profondo per il quale il dittatore comunista fece sparire questo titolo dai cartelloni dell’Unione sovietica dopo due anni di incredibili successi. Continua a leggere
Dietro l’imbarazzo tutti i problemi in Regione: la sigla è egemonizzata da estremisti. Tra i dirigenti volano i coltelli: insulti e attacchi in una chat della Filcams finiscono a carte bollate. E c’è pure chi si inventa attentati. Botte e insulti (con condanne in Tribunale) tra sindacalisti. Succede anche a questo a Genova, in un periodo in cui la città fibrilla per il rischio chiusura dell’acciaieria ex Ilva di Cornigliano. Il segretario generale della Uilm Luigi Pinasco e tre colleghi, ieri, sono stati presi a calci e pugni da una ventina di persone con la felpa rosso-nera della Fiom. È successo a Genova, di mattina presto. Una scena che ricorda una delle tante cronache di giornata sui maranza o sugli ultrà. Non quelle che riguardano chi dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori. Due persone sono finite in ospedale. Perché? Per la mancata adesione della Uilm allo sciopero generale dei metalmeccanici genovesi sulla vertenza ex Ilva. I colpevoli sono i «militanti di Lotta comunista che vogliono avere l’egemonia all’interno della Fiom», accusa il segretario generale della Uil Liguria, Riccardo Serri, in una conferenza stampa nel pomeriggio. Continua a leggere
L’attacco a Genova per la non adesione allo sciopero. Uno degli aggrediti alla «Verità»: «Colpi alla testa». Bombardieri: si rasenta il terrorismo. La replica: piano con i termini. «Erano una ventina e una buona parte di loro indossava la felpa della Fiom. Ci hanno rincorso per circa un chilometro colpendoci con calci e pugni anche in testa. Alla fine io e il mio collega (il segretario organizzativo Claudio Cabras ndr) abbiamo avuto la peggio mentre gli altri tre amici sindacalisti se la sono cavata». Risponde così, con una voce mista tra lo spavento e l’incredulità, il segretario generale della Uilm Luigi Pinasco. Lo contattiamo verso ora di pranzo, quando il caso Genova sta deflagrando. È ancora al Pronto Soccorso, sarà dimesso nel pomeriggio con dieci giorni di prognosi, mentre per Cabras proseguono gli accertamenti perché si temono complicazioni alla gamba. Al primo sono toccate le botte sul capo, al secondo i calci sul resto del corpo. Dieci minuti di puro terrore che Pinasco non sa spiegarsi. Continua a leggere
Ai famigliari di Pietro Raccagni, macellaio bresciano assassinato da una banda di rapinatori entrata di notte in casa sua, i giudici hanno concesso un risarcimento di 7.000 euro. Quelli di Giovanni Veronesi, gioielliere massacrato con 42 colpi di cacciavite da un malvivente, sono invece stati risarciti a spese dello Stato: 50.000 euro da dividersi fra il figlio e la sorella del povero commerciante. Ai parenti dei rapinatori che assaltarono il negozio di Mario Roggero a Grinzane Cavour, minacciando moglie e figlia dell’orefice, invece è stato concesso un risarcimento di 480.000 euro, dieci volte di più di quello stabilito per gli eredi di Veronesi. Ma attenzione: oltre a essere stato condannato a 14 anni e 9 mesi di carcere per aver inseguito i malavitosi, sparando e uccidendone due, Roggero dovrà mettere mano ancor di più al portafoglio, per pagare le spese legali e per soddisfare le richieste che le famiglie dei banditi certamente presenteranno in sede civile. Nel processo che si è appena concluso avevano avanzato pretese per quasi tre milioni e c’è da giurare che una volta incassato l’assegno da quasi mezzo milione pretenderanno il resto. In pratica, per aver reagito all’assalto, il gioielliere di Grinzane Cavour finirà sul lastrico e con lui la sua famiglia. «Io sono la vera vittima», dice nelle interviste. Continua a leggere
Se gli azzurri supereranno gli spareggi, nel torneo iridato affronteranno un gruppo tenero: Canada, Svizzera e Qatar. Canada, Svizzera e Qatar: saranno queste le tre avversarie con cui dovrà vedersela l’Italia, qualora dovesse riuscire a centrare la qualificazione ai Mondiali del prossimo anno. Poteva andare sicuramente peggio, in virtù del fatto che alla vigilia del sorteggio dei gironi che si è svolto ieri a Washington, le sei nazionali che vinceranno i rispettivi playoff di marzo erano state inserite in quarta fascia insieme a Giordania, Capo Verde, Ghana, Curaçao, Haiti e Nuova Zelanda. Il rischio era quello di incrociare già nella fase a gruppi corazzate come Spagna, Argentina, Francia o Brasile; o comunque un girone di ferro con squadre insidiose come Uruguay, Colombia o quella Norvegia che tanto male ci ha fatto nel girone di qualificazione europeo. Continua a leggere
L’ad Luigi Lovaglio relaziona il cda del Monte dopo l’inchiesta per aggiotaggio e «concerto»: ottiene la «piena fiducia» dai consiglieri e conferma il piano per realizzare sinergie con Piazzetta Cuccia, che darà 5 milioni di liquidazione all’ex numero uno. Meno 13% in una decina di giorni. Ecco la performance di Mps in Borsa da quando la Procura di Milano ha indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza Francesco Gaetano Caltagirone, Francesco Milleri, numero uno di Delfin, e Luigi Lovaglio, amministratore delegato del Monte, e poi perché - secondo gli inquirenti - sarebbero stati d’accordo, quindi avrebbero agito «di concerto», nell’ingresso dello stesso Caltagirone e di Delfin come soci forti di Siena (già principali azionisti di Mediobanca) grazie alla vendita del 15% detenuto dal Tesoro, ma soprattutto - sempre secondo la Procura meneghina - avrebbero «di concerto» ideato l’offerta su Piazzetta Cuccia, contando appunto su un 30-35% di adesioni in partenza, ovvero le quote di Delfin, la holding che raggruppa gli eredi di Del Vecchio, e dell’immobiliarista romano. Continua a leggere
Il documento strategico della Casa Bianca bacchetta le élite del Vecchio continente: «I cittadini invocano la pace, loro sovvertono la democrazia». Avvisi a Nato («Basta espansione») e Cina: «Non tocchi Taiwan». Viva l’Europa, abbasso l’Unione europea. È la sintesi brutale ma efficace della dottrina di Donald Trump, esposta in un documento di una trentina di pagine, datato novembre 2025, che la Casa Bianca ha diffuso ieri. A bistrattare Bruxelles ci hanno già pensato diversi esponenti dell’amministrazione americana: il segretario di Stato, Marco Rubio, ha rifiutato d’incontrare l’omologa, Kaja Kallas, a Washington; il suo vice, Christopher Landau, ha rinfacciato a Federica Mogherini, già Alto rappresentante Ue, ora sotto inchiesta, di essere stata un’estimatrice del regime castrista; JD Vance, dopo il discorso di Monaco di febbraio, durissimo con l’Unione, ha contestato la multa da 120 milioni comminata a X per violazione del Dsa. In realtà, a suo parere, per il rifiuto della piattaforma di «impegnarsi nella censura». Continua a leggere
Dopo il fallimento su migranti e sicurezza, i laburisti aumentano la vigilanza nel Regno Unito chiedendo di scannerizzare i volti dei britannici. Ma così si imita solamente il modello cinese, che sorveglia tutto e non lascia alcuna libertà (e privacy) alle persone. La proposta viene dalla sinistra inglese. Da quella parte politica che ha maggiormente aperto le porte del Regno Unito all’immigrazione incontrollata e che, in occasione delle rivolte contro i richiedenti asilo ospitati a Epping (uno dei quali aveva violentato una bambina), si è schierata al fianco di questi ultimi e contro i cittadini britannici che chiedevano più sicurezza. Che ormai non c’è, come dimostrano le numerose aggressioni e gli omicidi, spesso di giovani donne, degli ultimi tempi, dovuti anche a centinaia di migliaia di migranti di cui si sono perse le tracce. Scomparsi nel nulla. Fantasmi. Continua a leggere
Francia e Germania litigano sul loro programma: così Parigi potrebbe rimanere da sola. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato, ha toccato l’argomento Gcap (Global combat air programme), ovvero il sistema d’arma aereo di prossima generazione sul quale lavorano e lavoreranno decine aziende italiane coordinate da Leonardo, altrettante realtà inglesi sotto Bae System e un gruppo di aziende giapponesi tra le quali Mitsubishi e Ihi. Crosetto ha spiegato: «Il Gcap non è un aereo, è una piattaforma tecnologica […]. Sono tecnologie che noi non abbiamo e che siamo arrivati ad avere in condivisione quasi totale. Si sta aprendo un rapporto molto forte con il Giappone e ci serve molto dal punto di vista della crescita industriale». Continua a leggere
Il ministro annuncia una «riorganizzazione totale» che comprende «uomini e strumenti giuridici». La realtà di oggi, spiega, esige velocità. E spinge per riaffidare Strade sicure alla polizia: «I soldati servono altrove». Ma su questo rischia una frattura con la Lega. Tutto il resto è naja: il tema della leva volontaria in Italia, lanciato alcuni giorni fa in Francia dal ministro della Difesa Guido Crosetto, è al centro della audizione di ieri dello stesso Crosetto alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera. «Sulla leva», spiega Crosetto, «almeno abbiamo innescato un dibattito: c’è la necessità di aumentare le forze armate e la loro qualità utilizzando anche competenze che si trovano sul libero mercato e non tra i militari. C’è bisogno di una riserva selezionata, servono meccanismi per attirare persone, incentivi economici. Sono temi che a gennaio-febbraio vorrei porre al parlamento». I primi mesi dell’anno vedranno Crosetto proporre una riforma complessiva delle Forze armate: «Voglio portare in parlamento», precisa il ministro, «il tema della riorganizzazione totale della Difesa: significa costruire una Difesa dal punto di vista degli uomini, degli strumenti normativi e giuridici a 360 gradi per affrontare le sfide del futuro. C’è bisogno di una Difesa in grado di cambiare, se serve, perché in un mondo fluido dobbiamo essere pronti ad avere una Difesa che può adeguarsi con una velocità che non c’era richiesta fino a qualche anno fa». In serata Crosetto interviene anche sulla polemica scatenata dalle frasi dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone sui possibili attacchi preventivi della Nato sul fronte cyber: «È stata rilanciata dalla Russia per alimentare il racconto che l’Occidente volesse attaccarla», afferma in un programma Rai. «È parte della guerra ibrida». Continua a leggere
La Bce non boccia l’emendamento di Fdi, ma conferma il parere dato nel 2019: ciò che conta è che Palazzo Koch controlli le riserve. «Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato in nome del popolo italiano» è il testo della proposta di emendamento alla legge di bilancio 2026 formulata dal capogruppo senatore di Fdi Lucio Malan. E secondo molti media nostrani la Banca Centrale Europea avrebbe bocciato questa proposta. Falso. E spieghiamo perché. Continua a leggere
Ecco #DimmiLaVerità del 5 dicembre 2025. Il senatore Gianluca Cantalamessa della Lega commenta il caso dossieraggi e l'intervista della Verità alla pm Anna Gallucci. Continua a leggere