Arrestato ecuadoriano: sceglieva vittime a caso fuori dal metrò per poi aggredirle sotto casa. La città oramai è un Far West. Dietro alla decisione degli inquirenti di diffondere ieri il video che ritrae il diciannovenne ecuadoriano, arrestato il 13 dicembre a Milano perché ritenuto responsabile di due episodi di violenza sessuale in danno di altrettante minorenni, potrebbe celarsi il timore che lo straniero finito ai domiciliari abbia commesso altre aggressioni non denunciate. A farlo pensare, oltre al filmato di quasi due minuti che ritrae il diciannovenne mentre segue una delle due presunte vittime mentre esce da una fermata della linea M2 della metropolitana, c’è la diffusione dei dettagli sul monopattino che il giovane usava per seguire le ragazze e il cappellino che indossava in entrambi gli episodi denunciati. Continua a leggere
A poche ore dalla Prima al Maggio Musicale Fiorentino, il soprano boliviano-albanese racconta tutto il suo amore per il personaggio generato dal genio di Giacomo Puccini: «È una guerriera che prova a vivere ogni giorno come un dono, nonostante la malattia» Continua a leggere
Nel fascicolo sull’alluvione nel Ravennate del 2024 compaiono figure apicali pubbliche e private. La Procura contesta presunte negligenze dal 2016 fino a oggi. Il presidente Michele De Pascale però tergiversa: «Rispetto per i magistrati, ma anche per gli inquisiti». Per prima cosa si è preoccupato di chiedere «rispetto» per i presunti colpevoli del disastro, perché per pensare alle vittime, si sa, c’è sempre tempo. E anzi ha ricordato che il rischio idrogeologico «non si può azzerare». Non poteva scegliere modo migliore, Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia Romagna, per condensare in poche parole l’atavica inerzia delle amministrazioni Pd nel mettere mano alle fragilità del territorio romagnolo, finito sott’acqua tre volte di seguito negli ultimi due anni. Continua a leggere
La Corte d’appello dell’Aquila respinge il reclamo della famiglia e rimanda tutto al Tribunale dei minori. Lo stesso che aveva sospeso la responsabilità genitoriale. Parla Danila Solinas l’avvocato dei coniugi che vivevano nel bosco: «Le autorità hanno la facoltà di riunirli già ora» E sulla scuola parentale: «Chiedono solo l’applicazione di un diritto garantito dalla nostra Costituzione». Lo speciale contiene due articoli ll ricatto a fini rieducativi è stato legittimato. Ieri la Corte d’Appello dell’Aquila si è espressa sul reclamo presentato dagli avvocati della cosiddetta famiglia del bosco, e lo ha rigettato. Come noto, Nathan Trevallion e sua moglie Catherine sono stati privati dei loro figli un mese fa. I tre bambini sono stati portati in una casa protetta a Vasto dove possono vedere la madre negli orari dei pasti e il padre in momenti prestabiliti e per un tempo limitato. C’era la speranza che i bambini potessero rientrare in famiglia per Natale. Speranza condivisa da gran parte degli italiani e espressa sotto forma di appello da molti politici. Eppure la Corte d’appello ha respinto ogni istanza, rimandando la palla al tribunale per i minorenni dell’Aquila, cioè l’istituzione che aveva sospeso la responsabilità genitoriale a Nathan e Catherine e disposto il collocamento dei tre minori in casa famiglia. Continua a leggere
Perché pensare di complicare l’accesso alla pensione peggiorando la Fornero? Per non parlare dell’orribile proposta che puniva i condomini onesti. Quanti autogol. Ma davvero ne hanno combinate così tante e in così poco tempo? Se le avessero fatte quelli del Pd, tante corbellerie, uno nemmeno si scompone: è normale, te lo aspetti. Ma avendole pensate nelle stanze del centrodestra, è bene che gli facciamo capire che non è aria e che non concederemo sconti. Nell’ordine, sono riusciti a mettere nero su bianco assurdità in materia di pensioni, condomini, università. Mettiamo in fila queste perle e avvisiamo lor signori che se intendono solo rinviare tali schifezze si ritroveranno molti elettori sul piede di guerra. Continua a leggere
La commissione Bilancio del Senato approva il testo in manovra dopo le tensioni con Bankitalia e Bce: le riserve auree appartengono ai cittadini. Lucio Malan: «Adesso nessuno potrà intaccare questo patrimonio». Via libera all’emendamento sulle riserve auree della Banca d’Italia. Superati gli steccati issati dalla Bce, soddisfatte le perplessità della presidente Christine Lagarde, il testo riformulato sull’oro custodito da Bankitalia è approvato in commissione Bilancio del Senato e tutto lascia supporre che rimarrà fino al passaggio finale alla Camera. Dall’opposizione definita come una «inutile norma», una bandierina che soprattutto la Lega si è voluta aggiudicare, in realtà ha un valore di sostanza. L’emendamento precisa un concetto che fino ad ora non era stato definito dall’ordinamento, ovvero che le riserve auree iscritte nel bilancio della Banca d’Italia appartengono al popolo italiano. Ciò nel rispetto dei trattati europei. Una precisazione necessaria, come spiegato in un dossier di Fratelli d’Italia per proteggere le riserve auree da speculazioni. Perché questo? Il capitale della Banca d’Italia, comprese quindi le riserve auree, è detenuto da banche, assicurazioni, fondazioni, enti e istituti di previdenza e fondi pensione aventi sede legale in Italia. In molti casi si tratta di soggetti privati, alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri. Continua a leggere
Via libera del Parlamento alla piena proprietà straniera nel settore: l’obiettivo è attirare capitali, rafforzare i controlli e accelerare lo sviluppo di un mercato che resta ancora poco diffuso tra famiglie e imprese. Nuova Delhi compie un passo decisivo verso una maggiore apertura ai capitali internazionali. Il Parlamento indiano ha approvato una riforma che consente, per la prima volta, la piena proprietà straniera delle compagnie assicurative operanti nel Paese. Una scelta che segna una svolta in un settore strategico ma ancora poco sviluppato, e che riflette la volontà del governo di accelerare la modernizzazione dell’economia. Continua a leggere
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Leone XIV randella i volonterosi senza alcuna volontà, se non quella di portare l’Europa alla guerra. Ma la stampa nostrana racconta solo della sua visita al Senato. Se le stesse cose le avesse dette Francesco avrebbero riempito pagine intere... La stampa italiana è veramente un po’ particolare. Avanti ieri il Papa ha parlato della guerra. Ha dato ciabattate praticamente a tutti, a partire dall’Europa, ma i giornali si sono occupati solamente di raccontare la sua visita a sorpresa in Senato. Figuratevi voi se ne avesse parlato papa Francesco: avrebbero fatto titoli a piena pagina, qualcuno forse avrebbe fatto anche la sovracopertina. D’altra parte, papa Francesco era sudamericano, era de sinistra, era alla moda perché parlava ar popolo. Questo invece, oltre ad avere la di per sé infamante origine statunitense, è atlantista (grave onta); non s’è capito ancora ma sembra de destra (ha dato la possibilità, ai cattolici che lo vogliono, di dire la messa in latino); ha ricominciato a parlare del Sacro e dei Misteri Cristiani e, quindi, a questa massa di ignorantoni non è che piaccia poi granché, nun se capisce da che parte stà. Continua a leggere
Il cancelliere tedesco sognava di dettare legge come la Merkel Ma è uscito ko dal Consiglio europeo. Dove si è imposta Meloni. Doppia sconfitta politica per il cancelliere tedesco Friedrich Merz al Consiglio europeo di giovedì, dove si è deciso di non procedere con l’utilizzo dei fondi russi depositati in Belgio e dove si è preso atto del rinvio della firma del patto commerciale con il Mercosur. Su entrambi i dossier, Merz aveva speso tutta la sua influenza e cospicue energie, nella convinzione che fossero due mosse irrinunciabili per l’Ue. I risultati del Consiglio, invece, premiano la diplomazia discreta di Giorgia Meloni che, senza dare troppo nell’occhio, ha assunto un ruolo di regia delle soluzioni adottate e ha ottenuto ciò che voleva. Un Consiglio europeo, quello del 18 dicembre, che a suo modo segna una svolta importante e da cui emerge una nuova forza dell’Italia rispetto alla frastornata Bruxelles e alle deboli cancellerie europee. Continua a leggere
Le possibilità che Zelensky rimborsi i fondi elargiti da Bruxelles sono praticamente nulle. Mosca non pagherà riparazioni di guerra. E mentre gli Stati sono alle prese con i tagli di bilancio, diamo fiumi di euro a chi li spreca. Continua a leggere
Per le nostre toghe inneggiare ai terroristi è un’opinione, dare del pirata a chi decide di non rispettare le leggi è diffamazione da risarcire con 80.000 euro. È così che si limita la libertà di stampa. Ma noi non ci fermeremo. Se sei un imam che inneggia alla strage compiuta da Hamas il 7 ottobre, come l’egiziano Mohamed Shahin, il giudice ti archivia, perché le tue frasi sono «espressione di pensiero che non integra gli estremi di reato, e dunque pienamente lecite». Se invece sei un direttore di giornale che si è permesso di criticare le Ong, accostando il loro operato a quello dei pirati che deliberatamente decidono di non rispettare una legge dello Stato italiano, il giudice ti condanna e sei chiamato a corrispondere 80.000 euro a soggetti che non sono stati neppure menzionati nell’articolo o nella copertina incriminata. Siete stupiti? Io no: sono indignato. Continua a leggere
Solo quando si contestano i taxi del mare la tolleranza dei giudici è bassa e la pena alta. Basti pensare ai 1.000 euro pagati da Saviano per aver dato dei «bastardi» a Meloni e Salvini. O alla Cassazione, che ha stabilito che si possono definire «parassiti» i politici. Se si toccano le Ong arriva il conto. Se invece si insulta, anche in modo grave, un politico si trasforma in dialettica, critica, ordinario metodo. Il convoglio giudiziario della diffamazione a mezzo stampa rischia di deragliare per carico eccessivo di decisioni prese con la strumentazione del doppiopesismo. Partiamo dalla parola «pirati». In Italia «non si può dire che chi non rispetta la legge è un pirata». Un giudice del Tribunale di Milano, come ha ricostruito ieri il direttore Maurizio Belpietro, ha deciso che «è diffamazione». Continua a leggere
Centrodestra indignato per la decisione del Tribunale di Milano. Salvini: «Faremo tutto il possibile per aiutare “Panorama”». Bignami: «Una condanna incredibile». L’incredibile decisione del Tribunale di Milano, che ha condannato il nostro direttore Maurizio Belpietro e Panorama a versare 80.000 euro come risarcimento a una serie di Ong per una semplice copertina del settimanale con il titolo «I nuovi pirati», fa insorgere la politica e in particolare il centrodestra. Moltissimi protagonisti politici e istituzionali si sono schierati dalla parte di Panorama e Belpietro, ma soprattutto della libertà di stampa, che ha ricevuto un colpo micidiale da questa paradossale vicenda. Continua a leggere
Oggi la presentazione del gruppo per il No al referendum. Coinvolti pure Arci e Libera. Alla presenza del segretario confederale della Cgil Christian Ferrari, oggi pomeriggio si terrà la conferenza stampa di presentazione del Comitato promosso dalla società civile a sostegno del No per il referendum costituzionale sui temi della giustizia. I Comitati per il No sono già nella fase operativa della loro campagna contro la modifica scritta dal Guardasigilli Carlo Nordio sulla separazione delle carriere dei magistrati, mentre i partiti sembrano muoversi ancora sottotraccia considerato anche la mancanza della data del referendum, come evidenziato ieri da un emendamento del governo alla legge di Bilancio sulle date delle elezioni del 2026 con alcuni ministri che vorrebbero fissare all’1 marzo le urne e un’altra parte che non vorrebbe ignorare i consigli del presidente Sergio Mattarella, che invita a evitare forzature nel tentativo di accorciare la campagna referendaria. Continua a leggere
Pubblichiamo le lettere di solidarietà dei lettori al direttore Maurizio Belpietro dopo la condanna del Tribunale di Milano al risarcimento di 80.000 euro per l'inchiesta di Panorama sulle Ong. Continua a leggere
Vertice tra Meloni, Giorgetti, Tajani e Salvini sulla manovra Al centro il tema previdenziale. Può slittare l’arrivo in Aula. Il tema è sempre quello: le pensioni e le coperture da trovare per il provvedimento che spinge il Tfr nei fondi. La Lega è stata chiara e non accetta nessun allungamento delle finestre (il tempo che passa il momento in cui sono stati raggiunti i requisiti per uscire dal lavoro e il primo assegno). L’ipotesi di un decreto ad hoc sembra essere tramontata e così in serata i vertici del governo (Meloni, Tajani, Salvini e Giorgetti) si sono riuniti per ridefinire le coperture dell’emendamento. Continua a leggere
A Riyadh finisce 1-1 nei tempi regolamentari, poi Ravaglia para due rigori e trascina i rossoblù alla prima finale di Supercoppa della loro storia. Lunedì la sfida al Napoli. Italiano: «Questa squadra ha un’anima. Andare sotto dopo due minuti poteva ammazzarci, invece siamo rimasti in partita. Ora ci giochiamo una partita storica». Continua a leggere
L’attore romano torna a teatro, dopo una lunga assenza, con lo spettacolo «Ottanta voglia di stare con voi»: «Durante la pandemia ho scelto la libertà, oggi c’è una grande autocensura. Il cinema? È diventato obsoleto». Enrico Montesano ritorna a teatro dopo una lunga assenza. Ottanta voglia di stare con voi, il titolo dello spettacolo, che racchiude il senso di questa nuova avventura in giro per l’Italia, a riallacciare il filo che lo lega al pubblico da sempre. Cosa rappresenta per lei questo ritorno in teatro? «Abbiamo già fatto uno spettacolo a Trapani, al Cine Teatro Ariston. È andato molto bene, il teatro era pieno. Per me è stata una lunga attesa. Nel 2020 facevo uno spettacolo in un teatrino off, come si dice in America, dove sperimentavo questo mio nuovo monologo». Continua a leggere
Stefano Volpato: col Tfr nei fondi previdenziali e un contributo volontario di circa 5.000 euro l’anno si riduce il nodo della pensione bassa. Il 2025 rappresenta un punto di svolta per Banca Mediolanum. «Un anno memorabile», lo definisce Stefano Volpato, direttore commerciale, non solo per i risultati economici - budget ampiamente superati - ma perché segna il passaggio da una fase di crescita a una di trasformazione strutturale. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: accompagnare i clienti verso l’autonomia e l’indipendenza finanziaria in età pensionabile, rendendo possibile, nei fatti, la triplicazione della ricchezza finanziaria pro capite, sottolinea Volpato durante la tradizionale convention con la rete a Merano, per tirare le somme dell’anno che sta per finire e definire le strategie del 2026. Un anno, ha confermato l’amministratore delegato Massimo Doris, destinato appunto a superare il record del 2024, con una raccolta netta di 10,4 miliardi e oltre 2 milioni di clienti e un primato, nell’universo Assoreti tra raccolta, mutui e prestiti concessi oltre che le polizze sottoscritte. Continua a leggere
Arrivata su Netflix Italia, Nido di vipere adatta il romanzo di May Cobb e racconta noia, desiderio e trasgressione in una comunità texana conservatrice. Tra dramma e giallo, la serie osserva le contraddizioni private e sociali della sua protagonista. La serie dello scandalo, quella che negli Stati Uniti ha fama di aver passato al vaglio, senza nulla lasciare all'immaginazione, la sessualità omoerotica di donne all'apparenza tradizionali. The Hunting Wives, tradotto per l'Italia con Nido di vipere, è un romanzo di May Cobb, adattato poi a serie televisiva. Negli Usa, sotto forma di narrazione tv, ha debuttato lo scorso anno. Su Netflix Italia, invece, è arrivata lunedì 15 dicembre, portando con sé una storia fatta di noia e trasgressione, di bisogni che emergono piano, travolgendo chi li provi prima ancora che questi possa capire perché. Continua a leggere
Ecco #DimmiLaVerità del 19 dicembre 2025. Ospite la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. L'argomento del giorno è: "Lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino". Continua a leggere
Anche le case tedesche bocciano la proposta della Commissione che dà più spazio alle auto diesel e benzina: «Troppe condizioni, lievitano i costi». Per il gruppo di Elkann il piano è «inadeguato». Meno pessimista Parigi. Quella che i commenti a caldo definivano «svolta epocale», si è prima trasformata in un passo in avanti «importante» - a strettissimo giro sminuito come «significativo» -, e poi è diventata l’ennesimo pastrocchio della Commissione europea che peggiora la già drammatica situazione dell’automotive nel Vecchio continente. La rapidissima parabola delle modifiche annunciate da Bruxelles sui veicoli elettrici si è compiuta quando i diretti interessati, cioè le case automobilistiche, hanno svelato il bluff. Continua a leggere
Terna accelera sullo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale. Dal 2023, operativi interventi per oltre 2 miliardi di euro. L’amministratore delegato Di Foggia spiega: «Infrastrutture necessarie per un sistema flessibile e affidabile». Nuove infrastrutture, integrazione delle energie rinnovabili e sicurezza della rete elettrica nazionale. È il quadro delineato da Terna, società guidata dall’ad Giuseppina Di Foggia, che entro il 2025 prevede di portare in esercizio interventi di sviluppo per circa 800 milioni di euro, confermando un impegno pluriennale che dal 2023 ha già visto entrare in funzione opere per oltre 2 miliardi di euro. «Le opere di Terna entrate in esercizio rendono la trasmissione dell’energia più sicura e la rete più flessibile», ha dichiarato Di Foggia. «Il collegamento sottomarino con l’Isola d’Elba, il potenziamento della rete elettrica siciliana, le nuove interconnessioni con l’Austria e la Francia: infrastrutture sostenibili che rafforzano la rete e permettono di integrare nuova energia rinnovabile». Continua a leggere
Dopo aver sbattuto contro il muro, Ursula Von der Leyen s’inventa il divieto parziale per i motori termici. Ma è solo un’operazione d’immagine, non c’è politica industriale. La Commissione europea si è appena autocelebrata per aver «rivisto» la sua follia del tutto elettrico al 2035, decretando che non ci sarà il bando totale dei motori a combustione e che l’obiettivo scende al 90%. In altre parole, si fa un passo indietro dopo lo schianto e poi si finge di aver aperto una porta. Una «svolta» dettata dalla crisi industriale e dal pressing delle case automobilistiche, con gli stabilimenti al rallentatore. Quel 90% è una foglia di fico burocratica che consente agli ambientalisti di raccontare ai propri fedeli che il termico sopravviverà. Per completare l’opera, si spalma tutto con «compensazioni delle emissioni» per dare una patina di virtù contabile, incluso l’ineffabile «acciaio verde» che non esiste su scala industriale ed economicamente sostenibile, come ho mostrato nel mio libro «L’utopia dell’idrogeno». La Commissione persevera nel negare la libertà (neutralità) tecnologica, imponendo persino sotto-obiettivi: 7% di compensazione via acciaio a basse emissioni prodotto in Europa e 3% via biocarburanti. Continua a leggere