Taxi, consulenze, personale: le società della Regione sforano ancora i limiti di budget. A giugno scorso la Corte dei Conti era stata chiara: in Puglia le centinaia di società partecipate e controllate che hanno come principali azionisti gli enti pubblici pugliesi hanno costi e perdite molto pesanti. Nel resoconto era scritto che migliorava il costo del lavoro, ma cresceva in maniera impressionante il livello dei debiti che aveva superato i due miliardi di euro, e così la Regione governata da Michele Emiliano doveva pensare a un piano di risparmio, soprattutto su voci come noleggio auto, taxi e consulenze. Continua a leggere
La pressione di Italia e Germania induce la Commissione a una maggiore prudenza. Il 16 dicembre, salvo ripensamenti, la Commissione europea presenterà la revisione del regolamento in materia di emissioni delle autovetture, la famigerata norma che impone lo stop alle auto con motore a combustione interna dal 2035. Secondo l’agenzia Bloomberg, conterrà un rinvio di cinque anni del divieto di immatricolazione di auto con motore a scoppio, spostandolo al 2040, ma solo per i veicoli ibridi plug-in e quelli con range extender (auto elettriche con motore a carburante che aiuta la batteria). Le emissioni di questi veicoli potranno essere compensate grazie all’utilizzo di biocarburanti avanzati e dei cosiddetti e-fuel, nonché all’utilizzo di acciaio green nella produzione di veicoli. Continua a leggere
Lo ha detto il co-presidente dei Conservatori e Riformisti europei Nicola Procaccini, in un’intervista a margine degli Ecr Study Days a Roma. Continua a leggere
L’incontro tra il ministro e la Lagarde chiude il caso delle riserve auree, nonostante la nuova polemica di Dombrovskis sul debito. Mentre Fdi ricorda le vecchie idee di Prodi in materia. Raddoppiata dallo 0,2% allo 0,4% la Tobin tax sulle transazioni finanziarie. Il caso delle riserve auree della Banca d’Italia è stato risolto. Ieri, a margine dei lavori dell’Eurogruppo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha avuto un incontro chiarificatore con la presidente della Bce, Christine Lagarde. Inoltre dal Mef è trapelato che la lettera inviata da Giorgetti mette fine alla vicenda, anche se non è stato specificato in che cosa consiste tale chiarimento. Non è mancata una coda polemica all’Eurogruppo con il Commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, che ha voluto puntualizzare: «La proprietà delle riserve auree non porta alla riduzione del debito». Continua a leggere
Il premier, intervenendo alla prima edizione dei Margaret Thatcher Awards, evento organizzato all’Acquario Romano dalla fondazione New Direction, il think tank dei Conservatori europei: «Non si può rispettare gli altri se non si cerca di capirli, ma non si può chiedere rispetto se non si difende ciò che si è e non si cerca di dimostrarlo. Questo è il lavoro che ogni conservatore fa, ed è per questo che voglio ringraziarvi per combattere in un campo in cui sappiamo che non è facile combattere. Sappiamo di essere dalla parte giusta della storia». «Grazie per questo premio» – ha detto ancora la premier – «che mi ha riportato alla mente le parole di un grande pensatore caro a tutti i conservatori, Sir Roger Scruton, il quale disse: “Il conservatorismo è l’istinto di aggrapparsi a ciò che amiamo per proteggerlo dal degrado e dalla violenza, e costruire la nostra vita attorno ad esso”. Essere conservatori significa difendere ciò che si ama». Continua a leggere
L’ad di Mfe auspica il ricambio dentro Fi. Il vicepremier: «Sollecitazioni positive». «Giorgia Meloni è il miglior primo ministro in Europa». Firmato Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mfe (MediaForEurope, Mediaset España, Mondadori e Publitalia), che mercoledì sera ha risposto ai giornalisti in occasione degli auguri di fine anno nello studio 10 di Cologno Monzese. Temi caldi il governo, Forza Italia e l’editoria. «Meloni è apprezzata a livello internazionale», spiega, «sta facendo un lavoro sacrosanto da primo ministro, il governo sta facendo bene e lo dimostrano tutti gli indicatori economici che sono positivi, a partire dal Pil. Se ci guardiamo intorno penso che possiamo essere tutti d’accordo». Continua a leggere
Il premier Rosen Zhelyazkov lascia a poche settimane dall’addio alla valuta nazionale. Alla fine ha dato ascolto alle ripetute proteste dei cittadini. Il primo ministro bulgaro Rosen Zhelyazkov, che una settimana fa aveva detto «non abbiamo il diritto di abdicare», si è dimesso poco prima che il governo affrontasse un altro voto di fiducia, il sesto da quando ha preso il potere nel gennaio di quest’anno. E tre settimane prima che la Bulgaria adotti l’euro come moneta. Continua a leggere
Confiscare i beni congelati alla Russia è una deriva da «capitalismo di Stato» anti libero mercato. Le intenzioni della Commissione europea riguardo all’utilizzo degli asset sovrani russi attualmente trattenuti dall’Unione europea, in Belgio, sono alquanto pericolose e altamente rischiose. Proprio ieri, la presidenza danese ha informato che il Coreper - il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue, ha approvato l’avvio di una procedura scritta per la decisione formale del Consiglio entrooggi alle 17. La mossa prevede il rinnovo a tempo indeterminato delle sanzioni che immobilizzano gli asset russi in Europa usando l’articolo 122 del Trattato che consente di procedere a maggioranza qualificata. Continua a leggere
Via libera alla procedura che permette di utilizzare i capitali russi senza l’unanimità dei Paesi. Ungheria e Slovacchia contrarie. Ursula von der Leyen: «Oggi il primo passo, il Consiglio deciderà come usarli». Rutte intanto soffia sul fuoco: «Siamo il prossimo obiettivo di Mosca». Come se le tensioni che ruotano attorno al piano di pace in Ucraina non bastassero, il generale della Nato, Mark Rutte, ha voluto rincarare la dose, avvertendo che «il conflitto è alle porte. La Russia ha riportato la guerra in Europa». Continua a leggere
Kiev fa muro sul Donbass, mentre Trump perde la pazienza: «Frustrato da Ucraina e Russia, voglio azioni non chiacchiere». Prosegue il processo diplomatico ucraino. Kiev ha infatti inoltrato agli Stati Uniti le proprie correzioni al piano di pace. «Non si tratta di una nuova versione, si tratta degli stessi 20 punti, solo che alcuni sono stati leggermente ripensati», ha riferito ieri un funzionario ucraino ad Abc News, sottolineando che la bozza contiene «alcune nuove idee» sul destino dei territori e della centrale nucleare di Zaporizhia. Continua a leggere
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 dicembre con Carlo Cambi Continua a leggere
Sondaggio Censis per Coldiretti: due cittadini su tre giudicano le istituzioni europee poco trasparenti e democratiche. Prandini: togliere il voto all’unanimità farebbe venir meno «il principio di precauzione». Rombano i trattori e marciano di nuovo su Bruxelles dove l’Italia già ieri si è fatta sentire ieri con il ministro per le risorse agricole e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Il ministro nel corso di Agrifish – è la riunione dei responsabili politici del settore agricoltura dei 27 – insieme con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia ha presentato alla Commissione la candidatura ufficiale dell’Italia per ospitare l’autorità doganale e di controllo dell’Ue, che dovrà essere basata a Roma. Continua a leggere
Per non urtare la sensibilità di chi professa altre fedi, una primaria di Reggio Emilia ha rivisto la versione italiana di «Jingle Bells» sostituendo Cristo con vaghe allusioni alla pace. L’«assessora» islamica aveva invitato gli istituti a «decolonizzare lo sguardo». Includere escludendo, il club degli intelligenti per decreto è sempre un giro avanti anche sul Natale. Dopo avere trasformato i pastori in migranti, i re Magi in attivisti pro Pal, la Madonna in una peripatetica, San Giuseppe in una drag queen e la stella cometa in un razzo su Gaza, non restava che cancellare Gesù Bambino. In attesa di farlo dal presepe, a Reggio Emilia lo hanno espulso dal canto più amato dai bimbi, Jingle Bells. Una deportazione canora in piena regola, messa a punto dai parolieri della scuola primaria San Giovanni Bosco (istituto comprensivo Ligabue) che hanno deciso l’epurazione religiosa dalla versione italiana per il consueto motivo peloso: non urtare la suscettibilità dei musulmani. I quali, peraltro, da anni vedono in questa gratuita sottomissione culturale uno dei segnali più evidenti della degenerazione dei valori occidentali. Continua a leggere
È ufficiale: Maurizio Landini, ossia colui che da tempo prova a paralizzare l’Italia rivendicando fantasiose scelte di politica economica, parla di tasse e redditi senza sapere nulla di tasse e redditi. Pur di giustificare l’ennesima manifestazione a ridosso del fine settimana (senza weekend i cortei andrebbero deserti), in un’intervista concessa a Repubblica il segretario della Cgil spiega le ragioni dello sciopero di oggi con una serie di balle, inventando di sana pianta numeri a sostegno delle sue tesi. Cominciamo dalla magica soluzione con cui lui risolverebbe il problema delle risorse finanziarie per aumentare i redditi di lavoratori e pensionati. L’idea è la solita vecchia trovata della patrimoniale, che però Landini non applicherebbe sulla proprietà, ma sui redditi. «Chiediamo al governo di introdurre un contributo di solidarietà (meglio non chiamarla tassa, è poco carino, ndr) dell’1,3 per cento su 500.000 italiani con redditi netti annui sopra i due milioni: vale 26 miliardi». Continua a leggere
Scagionata la P38 perché le sue canzoni, anche se aggressive, sono espressioni artistiche. Ma perché non vale per la destra? Nuovo giorno, nuovo psicodramma. Poiché il tentativo degli antifascisti (in mancanza) di professione di cacciare l’editore Passaggio al bosco dalla fiera libraria romana Più libri più liberi è stato respinto con pernacchie, ecco subito un altro caso di fascismo incipiente su cui i nostri eroi si stanno buttando a pesce. A Macerata nel fine settimana si tiene la rassegna «Letture maceratesi», che ha la gravissima colpa di ospitare anche autori avvicinabili alla destra (fra cui il nostro Fabio Dragoni). Subito si è innescata la macchina dell’idiozia, con richiesta da parte della sinistra locale, Avs in testa, di cancellare la kermesse. Si è mobilitato il sito Fanpage, che ieri ha scomodato addirittura lo storico dell’arte Tomaso Montanari. Il quale, soltanto osservando il manifesto della rassegna (troppo futurista, pare) è giunto a fenomenali conclusioni. E cioè che «esiste una continuità dimostrabile tra l’ideologia della destra politica italiana di oggi e quella del fascismo storico del Ventennio. Quando dico continuità», spiega Montanari, «non mi riferisco alla nostalgia di parate militari o rituali littori. I leader politici che oggi si definiscono non nostalgici - a partire da Giorgia Meloni - appartengono a generazioni che non hanno vissuto il fascismo e dunque non possono ricordarlo sentimentalmente. Tuttavia, la continuità è ideologica: le idee su nazione, identità, religione, rapporto tra i sessi, uso della forza, guerra, sono sostanzialmente le stesse». Insomma, la destra di oggi è fascista, e lo si deduce da una locandina. Casomai non bastasse quest’ultima perla a rinfrescare l’allarme per la dittatura di ritorno, giungono in soccorso altri fieri difensori della libertà, a partire dal fascistologo Paolo Berizzi, il quale ha pubblicato una foto di Domenico Furgiuele, deputato leghista, sul balcone della sede del partito a Lamezia Terme. Alle spalle del politico, su una finestra, una scritta temibile: XMas, con tanto di effetto neve. Ovviamente si tratta di una scritta natalizia (Xmas sta per Christmas), ma è persino probabile che Furgiuele abbia giocato con il riferimento alla Decima Mas. In ogni caso, la vicenda è pagliaccesca eppure riesce ad alimentare polemiche. Altro mezzo delirio a Chiavari, in Liguria, dopo che un gruppo di balordi ha assaltato la sede del Pd locale danneggiandola. Qualcuno li ha sentiti urlare «Duce, Duce», e immediatamente i giornali hanno titolato sull’assalto squadrista. Solo che poi i presunti colpevoli hanno inviato una lettera (firmata «i ragazzi del misfatto») al Secolo XIX confessando di non avere avuto in mente particolari iniziative politiche: erano ubriachi e hanno fatto un gesto idiota. In Liguria siamo per altro al terzo fuoco (nero) di paglia. Prima il sindacalista della Cgil che ha denunciato di essere stato picchiato dai fascisti, salvo poi ammettere di essersi inventato tutto. Poi la scuola assaltata da squadristi che si sono rivelati essere maranza. Adesso gli ubriachi molesti presi per una squadra di manganellatori. Sembra di capire che la situazione sia un po’ sfuggita di mano e che la paranoia abbia preso il sopravvento, tra ignobili tentativi di censura e allarmi farlocchi. Ancora più surreale quanto accaduto a Bologna il 30 novembre, storia allucinante raccontata da Errico Novi sul Dubbio. Dal convegno «Il diritto alla verità» organizzato dal Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino è stata cacciata una avvocata di ottimo livello, Ambra Giovene. Motivo? Ha difeso Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, ex Nar. A spiegare l’accaduto è stato l’avvocato Fabio Repici, coordinatore del convegno: «Accanto a me, come vedete, c’è una sedia vuota», ha detto iniziando i lavori. «Avrebbe dovuto occuparla, come relatrice, l’avvocata Ambra Giovene, professionista di altissimo livello. Ci saremmo arricchiti, nel confronto delle idee, anche del suo intervento. Ma persone che consideriamo fratelli, l’Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna, ci hanno detto che la presenza dell’avvocata Giovene non era gradita, perché la collega ha difeso, tra centinaia se non migliaia di persone, anche due condannati al processo per la strage del 2 agosto 1980. Io e Salvatore Borsellino abbiamo scelto di aderire alla richiesta pur consapevoli che si tratta di un errore». Capito? Poiché la Giovene ha difeso due fascisti (per altro molto particolari), non deve potersi esprimere a una tavola rotonda. Quest’ultima vicenda è particolarmente emblematica, e dovrebbe suggerire a tutti di abbassare i toni e di smetterla con le allucinazioni sul fascismo. Il convegno in questione si è svolto a Bologna in un auditorium intitolato a Marco Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse. Le stesse Brigate rosse a cui hanno ripetutamente inneggiato i componenti di un gruppo trap/rap chiamato La Gang-P38, finito per questo sotto processo a Torino. Il primo maggio del 2022 il gruppo si esibì al circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia, e un verso di un loro brano suscitò particolare indignazione fra le vittime del terrorismo. Si trattava di un alcune frasi infelici su Aldo Moro: «Presidente mi sembra stanco, la metto dentro una Renault 4». Marco Vicini, allora presidente del Circolo, fu indagato per istigazione al terrorismo, la band anche per diffamazione e vilipendio delle istituzioni. Ebbene, ora la gip del tribunale di Torino, accogliendo la richiesta del pm, ha disposto l’archiviazione per Vicini e per tutto il gruppo. Ed è una buona notizia, in realtà. Non solo per la band (che nel frattempo si era sciolta e ora organizzerà ha in programma una reunion all’Alcatraz di Milano) ma per tutti noi. Il tribunale stabilisce che «le condotte contestate costituirebbero soltanto un’operazione artistico musicale provocatoria che affonda le sue radici nel genere rap/trap e che costituisce la sua voluta novità nel proporre come modello antisociale il terrorista degli anni ‘70». Significa che, contestabile o meno, quella era una operazione artistico/culturale. E se in Italia è possibile inneggiare alle Br senza essere accusati di apologia del terrorismo o altro, allora deve essere possibile anche pubblicare i libri di Leon Degrelle, parlare ai convegni e nelle università e svolgere ogni tipo di manifestazione. Se cantare brani sulla lotta armata è una operazione culturale (e lo è), allora basta con tutte le stupidaggini sui discorsi di odio e sull’incitamento alla violenza. Chiunque deve essere libero di esprimersi, con buona pace dei censori antifa in servizio permanente. La libertà di pensiero e di espressione è sacra, e vale anche per chi dice idiozie. Se così non fosse, un sacco di gente sarebbe in carcere, a partire da coloro che chiedono censure e mordacchie. Continua a leggere
Monta il malcontento dei settori riformisti (Poste, tessile, chimici): l’isolamento non porta nessun risultato Per adesso restano coperti, ma se anche l’ultima serrata (quella di oggi) sarà un fallimento si faranno sentire. Passi per l’opposizione puramente politica al centrodestra, che con diverse tonalità di rosso è sempre stata (purtroppo) un tratto distintivo della Cgil. Si può soprassedere pure sull’uso improprio di uno strumento di protesta che andrebbe centellinato come quello dello sciopero. E al limite viene scusato persino l’isolamento del sindacato di Corso d’Italia da Cisl e Uil, anche se l’ultima separazione, quella da Bombardieri, ha fatto storcere il naso a una buona parte dei dirigenti e della base cigiellina. Ma quello che davvero non va giù sul territorio e nei settori più riformisti del sindacato è la mancata presa di distanza dai fatti di Genova. Continua a leggere
Nel 1990 il nostro reddito pro capite era vicino a quello Usa (42.600 dollari contro 44.300). Ora la distanza è abissale (53.100 e 75.400). Ma ad arrancare è stata tutta l’Europa, che ha puntato su deflazione salariale e folli regolamenti anti imprese. Chissà se i numerosi politici, prevalentemente del Pd, che nei giorni scorsi hanno orgogliosamente esposto sui social la bandiera della Ue, abbiano mai riflettuto sull’effettivo contributo della Ue al benessere dell’Italia e degli altri 26 Stati membri. Così, giusto per poter rivendicare con ancora maggior orgoglio, davanti alle ripetute accuse di Donald Trump, che la Ue è un progetto che nei suoi primi 35 anni (di cui 26 anche con la moneta unica) ha costituito un vantaggio per i Paesi aderenti, rispetto alla situazione ante 1992. Continua a leggere
Il Maestro, che oggi verrà premiato da papa Leone XIV, lancia un appello alla politica. «Il mio sogno è veder tornare in Italia le spoglie di Luigi Cherubini (1760-1842, ndr) e dirigere il Requiem in do minore nella Basilica di Santa Croce della sua Firenze. Magari con l’orchestra e il coro del Maggio musicale fiorentino e un’orchestra e un coro francesi, per creare un connubio culturale che diventerebbe anche politico tra Italia e Francia, nel nome di un compositore venerato da Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms». Nel giorno in cui Riccardo Muti riceverà il premio Ratzinger dalle mani di papa Leone XIV, in occasione del concerto di Natale che si svolgerà questa sera in Aula Paolo VI (diretta su Rai 2 alle ore 18), il Maestro - ospite del podcast Non sparate sul pianista - rilancia il suo invito alla politica, affinché trovi una via diplomatica per esaudire il desiderio del genio toscano, oggi purtroppo dimenticato. «Gli anni sono passati», confida Muti con un filo di amarezza, «gli appelli si sono moltiplicati, il risultato è sempre stato pari a zero. Ormai il mio cammino si sta esaurendo, ma ho ancora la speranza che qualche cosa si possa fare». Continua a leggere
Elkann cede Gedi al greco Kyriakou. La sinistra, su Stellantis sempre a cuccia, strepita invocando persino il golden power. La vendita da parte degli Elkann all’armatore ed editore greco Theodore Kyriakou di tutte le attività del gruppo Gedi, ovvero i quotidiani La Repubblica e La Stampa, il sito HuffPost.it e le radio, Deejay e Capital, sta provocando la legittima e più che comprensibile preoccupazione di giornalisti e dipendenti. Non è di maniera la piena solidarietà verso i nostri colleghi, giustamente preoccupati per il loro futuro, e ci auguriamo che il passaggio di proprietà non comporti la perdita di un solo posto di lavoro. Continua a leggere
Gli istituti sono sempre più collettori di prodotti finanziari e assicurativi: così i «big 7» italiani hanno registrato 21,6 miliardi di utile netto nei primi nove mesi del 2025. Occhio, però, a crediti in sofferenza e choc geopolitici. Il settore bancario italiano continua a correre. Il margine di interesse si sta stabilizzando o scende con la discesa dei tassi Bce, ma i gruppi maggiori restano redditizi. I sette maggiori istituti hanno registrato 21,6 miliardi di euro di utile netto aggregato nei primi nove mesi del 2025 (+9% anno su anno). Nel terzo trimestre, l’utile è stato 6,5 miliardi, +2% al netto delle voci straordinarie. Continua a leggere
Nel Regno Unito si proibisce a un veterano di guerra di allenare la squadra di calcio della figlia a causa di un video contro uno straniero che aveva ucciso tre minorenni. Jamie Michael è un marine, un veterano britannico della guerra in Iraq. Uno che ha visto la morte in faccia per servire il proprio Paese. Quello stesso Paese, il Regno Unito, che ora non gli permette di allenare la squadra di calcio della figlia perché, in un video su Facebook, Jamie ha definito i migranti «psicopatici» e «feccia» dopo un terribile fatto di cronaca. Continua a leggere
Una fotografia limpida e concreta di imprese, giustizia, legalità e creatività come parti di un’unica storia: quella di un Paese, il nostro, che ogni giorno prova a crescere, migliorarsi e ritrovare fiducia. Continua a leggere
Continua la battaglia di Enoch Burke, che rimarrà in un carcere popolato da stupratori pure a Natale. Maltrattato dalla Corte: «È una presenza maligna e minacciosa, un intruso che perseguita la scuola». Il giudice Brian Cregan ha deciso che Enoch Burke resterà in carcere fino a quando non avrà fatto ammenda, non si sarà mostrato pentito di avere offeso la Corte e non la smetterà di presentarsi nella sua ex scuola, l’istituto che lo ha cacciato ormai nel 2022. Burke è ancora in carcere e potrebbe dunque restarvi fino a Natale. Si trova nella prigione irlandese di Mountjoy, popolata per lo più da stupratori e persino da un killer, passa il tempo a leggere la Bibbia e partecipa in collegamento alle udienze che lo riguardano. Alle stesse udienze non possono invece partecipare i suoi famigliari, che martedì sono stati allontanati dall’aula dallo stesso Cregan. Martedì il tribunale ha discusso l’ennesimo ricorso di Burke, rispedendolo al mittente. E il giudice Cregan non ha usato parole dolci, anzi. A suo dire, Burke «non è in carcere per le sue opinioni sul transgenderismo, che ha pienamente diritto di avere». È detenuto, aggiunge Cregan, per aver offeso l’Alta Corte e per essere entrato più volte nella sua ex scuola. Continua a leggere
Il maestro Riccardo Muti si rivolge alla politica perché trovi una via per far tornare a Firenze i resti del genio toscano. Continua a leggere
Il provvedimento di Canberra può apparire estremo e potrà anche essere eluso: ma da qualche parte bisogna cominciare. Gli Stati non possono arrendersi di fronte agli aspetti più invasivi della tecnica. L’Ue, che ama i divieti, segua l’esempio. Ci voleva la remota Australia, coi suoi koala, i suoi canguri e i laburisti al governo, a insegnarci un po’ di buona educazione, anche con maniere rudi. Vietare l’uso dei social ai ragazzi sotto i sedici anni è una piccola, grande rivoluzione, o una controrivoluzione, fate voi. Comunque un ritorno alla realtà, alla vita, al senso del limite e all’umanità. E non importa che a farlo sia un governo «di sinistra». Continua a leggere