La donna, malata di cancro, stava prelevando a un bancomat a Bologna, quando è stata aggredita da un marocchino: le ha afferrato i polsi e portato via i contanti. L’uomo è stato poi arrestato mentre stava acquistando una dose di droga. Ha afferrato un’anziana donna ai polsi e poi le ha rubato i soldi che la vittima aveva appena prelevato allo sportello del bancomat. La squadra mobile della questura di Bologna ha arrestato un ventisettenne marocchino che, lo scorso 19 novembre, ha rapinato una malata oncologica di 73 anni. L’aggressione è avvenuta in via Cairoli, a Bologna, e, dopo alcune settimane di indagini, le forze dell’ordine sono riuscite a individuare il presunto responsabile e identificarlo. Nei confronti del giovane marocchino, che è risultato irregolare in Italia, è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere. Le indagini hanno consentito di ricostruire quanto accaduto ai danni di una donna «anziana e malata oncologica». Continua a leggere
Il legale: «Nuova istanza di revisione». Tra gli altri quattro c’è Franco Cioni, l’anziano che uccise la moglie malata terminale. Concedere la grazia ad alcuni detenuti in prossimità delle festività natalizie è da sempre un gesto di clemenza simbolico molto forte, tradizionalmente riservato a vicende giudiziarie con risvolti umani delicati. Ma tra i cinque provvedimenti di clemenza firmati ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il parere favorevole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, c’è n’è uno destinato a far discutere. È quello nei confronti di Alla F. Hamad Abdelkarim, già calciatore della Serie A libica giunto in Italia su un barcone, condannato alla pena complessiva di 30 anni di reclusione per delitti di concorso in omicidio plurimo, violazione delle norme sull’immigrazione per fatti avvenuti nel 2015. Continua a leggere
Volgare attacco del ministro a Marcello Veneziani, che su questo giornale si era permesso di muovere delle civili critiche al governo. Anziché fare tesoro delle obiezioni ricevute, il successore di Gennaro Sangiuliano delira di «pelle esausta» e «bile nera». A volte senti parlare il ministro Giuli e ti chiedi che diavolo voglia dire. A volte, invece, purtroppo lo capisci benissimo. Ieri per esempio ha pensato bene di rispondere a un educatamente critico articolo di Marcello Veneziani sulla destra al governo prendendosela con la «pelle esausta» del medesimo Veneziani, con la sua «bile nera», il suo «animo ricolmo di cieco rimpianto», proponendo per l’intellettuale di destra, colpevole di aver disertato dalla leva dei leccaculisti, addirittura una terapia obbligatoria a base di «vaccino anti-nemichettista» che egli stesso, il ministro, si propone di «inoculare volentieri». Credere, obbedire e purgare, si capisce: la destra meloniana avanza spedita verso la deriva dei folli, anzi dei folletti. Giuli e giulivi. Il dio Pan, evidentemente, acceca la mente di chi vuol perdere. L’articolo pubblicato domenica sulla Verità da Veneziani era una riflessione pacata e onesta: «Da quando è al governo la destra», ha scritto, «non è cambiato nulla nella nostra vita di italiani, di cittadini, di contribuenti e anche in qualità di intellettuali, di patrioti e di uomini di destra. Tutto è rimasto come prima, nel bene, nel male, nella mediocrità generale e particolare». Seguiva un esame della realtà, forse spietato, ma certo lucidissimo, in cui accanto agli inevitabili riconoscimenti al lavoro svolto dalla premier Giorgia Meloni («ha governato con abilità, astuzia, prudenza e con una verve passionale che suscitano simpatia. Si è affermata a livello interno e internazionale»), Veneziani avanzava dubbi sul resto: «Solo vaghi annunci, tanta fuffa, piccole affermazioni simboliche», mentre «nulla di significativo e sostanziale è cambiato nella vita di ogni giorno». Persino in Rai «ancora Vespa, Benigni e Sanremo». Niente di nuovo, insomma. «Da nessuna parte». Di fronte a un’analisi di questo tipo si può essere d’accordo o no, chiaro. Ma se si è ministri della Repubblica, saliti al potere per altro in nome della lotta al conformismo e al pensiero unico, se si è ministri di un governo che ogni giorno si dichiara a favore del libero confronto e del rispetto dell’opinione altrui, una sola cosa si deve fare: ringraziare per il contributo critico e impegnarsi a fare meglio. Invece, no. Giuli no. Lui, ministro, decide di attaccare un opinionista di un giornale colpevole soltanto di non avergli leccato gli stivali con cui marciava al passo dell’oca. E non solo lo attacca (cosa già di per sé sbagliata), ma lo attacca pure nel modo più volgare possibile, parlando di «pelle esausta» e di «bile nera», e accusandolo di un «cieco rimpianto» perché – sostiene Giuli – Marcello Veneziani avrebbe a suo tempo rifiutato l’incarico di ministro della Cultura. Cosa che, se fosse vera, potrebbe suscitare rimpianto solo nel Paese, visto chi ricopre adesso quella poltrona. E come si è ridotto. Non basta evidentemente tatuarsi un’aquila sul petto per dimostrare di saper volare alto. E non basta parlare di «apocalittismo difensivo» e «infosfera globale» per sembrare intelligenti. Tanto meno per esserlo. Adesso Giuli va tutto fiero del nuovo ritornello governativo, la nuova parola d’ordine dei gerarchi ottusi, e se la prende con il «nemichettismo»: per Veneziani ci vuole addirittura un premio «honoris causa» - dice il ministro - ma in fondo del «nemichettismo» è vittima tutta la «presunta destra», colpevole di non inchinarsi a baciare la pantofola e di pretendere ancora (ma come si permettono?) di pensare con la propria testa, anziché «incoraggiare» senza se e senza ma lo straordinario lavoro del medesimo ministro Giuli e di tutti i suoi eccellentissimi colleghi. A chi i leccaculo? A noi. Anche questo, in fondo, è un segnale del decadimento della destra al potere: in attesa dell’oro alla patria, si accontentano della saliva. Una volta avrebbero detto: tanto nemichettismo, tanto onore. Adesso invece si spaventano anche delle più pacate critiche, dimostrando così che il vero nemichettismo è quello che regna tra loro e la realtà. Ci devono aver bisticciato quando sono entrati nei palazzi, perché da allora hanno perso il senso della misura. L’adoratore del dio Pan e della dea Dia, già suonatore di flauti pagani, seguace dei fauni e sospettoso nei confronti del cristianesimo (prima di diventare direttore del cristianissimo Tempi, si capisce), gran cultore dei lupi, dandy di destra amato dai salotti di sinistra, capace di definire «mammolette» i militanti del Fronte della Gioventù e allo stesso tempo di conquistare Lilli Gruber, lui, Alessandro Giuli, forse dimentica di essere diventato ministro solo in virtù di una Boccia, nel senso di Maria Rosaria, che ha tolto di mezzo Gennaro Sangiuliano. E di esserlo diventato dopo aver seminato disastri al museo Maxxi (meno 30 per cento nei biglietti venduti, meno 44 per cento nelle sponsorizzazioni, un convegno con Morgan e Sgarbi finito in caciara e inevitabili scuse…). Se il potere non gli avesse dato alla testa più del dio Pan, verso un intellettuale vero come Veneziani, Giuli mostrerebbe solo rispetto. Lo ringrazierebbe e lo inviterebbe a prendere un caffè per cercare di capire come migliorare. Altro che «pelle esausta». Anche perché da migliorare al ministero della Cultura c’è molto. Da quando è arrivato lui, il nemichettista di sé stesso, s’è distinto per: a) una laurea in filosofia presa in tutta fretta per cercare di mascherare le lacune del curriculum più ricco di druidi e tori in calore che di tutto il resto; b) una clamorosa gaffe in Parlamento con la trasformazione di Spoleto in provincia (a proposito di cultura); c) l’approvazione alla censura del baritono russo Ildar Abdrazakov che doveva esibirsi a Verona e che è stato silenziato tra gli applausi dei veri democratici come Pina Picierno e Alessandro Giuli, per l’appunto; d) l’invito tafazziano al ministero dell’Economia ad aumentare i tagli alla cultura, salvo poi cercare di mascherare il tutto facendo passare come nuovi finanziamenti soldi già stanziati, roba che al confronto il gioco delle tre carte è un’operazione di rara limpidezza. In tutto il resto, per dirla con Veneziani, al ministero della Cultura «non è cambiato nulla». E forse avrò anche io la «pelle esausta», ma continuo a sperare, per la stima che ho in lei, che sia più esausta la Meloni di aver accanto persone come Giuli. Continua a leggere
Il Quirinale concede uno sconto di pena ad Abdelkarim Alla F. Hamad, classe 1995, punito con 30 anni di reclusione per la strage in mare del 2015, nella quale morirono 49 migranti, asfissiati nella stiva. Regalo di Natale da parte di Sergio Mattarella a uno scafista: condannato a 30 anni di carcere per il naufragio di un’imbarcazione in cui morirono 49 persone, Abdelkarim Alla F. Hamad è stato graziato. I fatti risalgono a Ferragosto di dieci anni fa: la barca carica di migranti salpò da Sabratha, ma quando arrivò sulle nostre coste nella stiva i soccorritori trovarono 49 cadaveri. Rinchiusi là sotto, molti morirono asfissiati. I sopravvissuti accusarono otto persone di aver organizzato il viaggio e tra questi l’ex giocatore libico Aldelkarim Alla F. Hamad. I giudici lo condannarono insieme ai suoi compagni per concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione, appioppandogli in tutto 30 anni di carcere. Del suo caso in passato si era occupata anche Rai 3, raccontando la sua storia e quella di chi era partito con lui e dando conto della battaglia per la revisione del processo. Continua a leggere
I socialisti del premier crollano alle elezioni regionali. Vola Vox: exploit al 17%. Per il Psoe, crollato al 26% in una delle roccaforti socialiste della Spagna mentre i partiti di destra hanno ottenuto il 60% dei voti, le elezioni in Estremadura sono state un totale fallimento. ll Partito popolare (Pp) si è affermato come principale forza politica alle regionali di domenica (43,2%) e con un solo seggio in più, raggiungendo quota 29, ha ampliato il suo vantaggio sul partito del premier Pedro Sánchez. Continua a leggere
Si voterà per due giorni, al prossimo cdm la scelta su quale domenica-lunedì. Nel testo anche la semplificazione fiscale e la riforma del servizio civile universale. Un cdm tranquillo senza nodi o questioni spinose poste sul tavolo. Oltre agli aiuti, infatti, non si è discusso anche della legge di Bilancio. «Un clima sereno» ha assicurato il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Andrea Abodi in conferenza stampa, l’unico a presiederla. È un’altra la questione che sembra essersi posta ieri, silentemente. Dal cdm la decisione più importante è stata presa sul referendum. Le votazioni sulla riforma della Giustizia si svolgeranno in due giornate: domenica e lunedì. Così si legge tra le «disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2026». Continua a leggere
Il Comune fiorentino sposa l’appello del Maestro per riportare a casa le spoglie di Cherubini e cambiare nome al Teatro del Maggio, in onore di Vittorio Gui. Partecipano al dibattito il direttore del Conservatorio, Pucciarmati, e il violinista Rimonda. Continua a leggere
La sua data di nascita è ufficiale: il 14 ottobre 1894 a Verona. Ma sugli «antenati» si discute ancora. Leggero al gusto più del panettone, è però molto «generoso» con le calorie. Diciamolo subito. Ormai è diventata prassi la dicotomia team pandoro o team panettone: pensate che ci sono anche le magliette con queste scritte per dichiararsi dell’una o dell’altra fazione. Ma, dicevamo, diciamolo: esiste anche la terza via dei doppiostaffisti, o ecumenici, che dir si voglia, che apprezzano sia il panettone che il pandoro. Continua a leggere
La decisione del tribunale di La Spezia che consente a una minorenne di assumere un nome maschile è contestabile. E quando si parla di transizioni chirurgiche bisogna sapere che le difficoltà sono tantissime. Continua a leggere
L’antisemitismo esploso dopo il 7 ottobre 2023 comincia a dare i suoi frutti. Chi liscia il pelo ai terroristi e grida lo slogan «globalizzare l’intifada» sta invocando ancora più morti. E nel mirino non ci sono soltanto gli ebrei, ma anche i cristiani. Vaso di Pandora. Nella mitologia greca è il contenitore di tutti i mali del mondo. Una volta che la signora Pandora, piena di buone intenzioni, l’ha aperto, nugoli di spiriti maligni, come micidiali vespe e invincibili tafani, hanno sommerso l’umanità. Una volta scoperchiato il vaso di Pandora, il danno è fatto e irreversibile. Continua a leggere
Il nucleare affianca le rinnovabili, per raggiungere il Net Zero garantendo energia stabile e indipendenza energetica. Continua a leggere
Ecco #DimmiLaVerità del 22 dicembre 2025. La deputata di Azione Federica Onori illustra gli ultimi provvedimenti per gli italiani all'estero a partire da novità su Imu e Tari. Continua a leggere
Ieri ha preso il via in Marocco la 35ª edizione della Coppa d’Africa delle Nazioni, aperta dal successo 2-0 dei padroni di casa sulle Comore. Un torneo che conferma il crescente livello tecnico, la qualità organizzativa con nove stadi all’avanguardia in vista del Mondiale 2030 e l’ampia competitività tra le squadre. Continua a leggere
Il presidente conservatore appena eletto ha sfruttato il malcontento per le politiche permissive del predecessore. Il voto obbligatorio (una novità) ha favorito la destra. Il Paese è tra i maggiori produttori mondiali delle materie chiave per la transizione energetica e per la difesa. Chi vuole investire, però, deve pagare royalty salate. Specie se paragonate a quelle chieste dall’Argentina. Lo speciale contiene due articoli. Continua a leggere
Spunta anche la mangiatoia rossa «contro i femminicidi» E nel Varesotto un gruppo di giovani devasta le statuine. Il primo a voler dare una rappresentazione concreta delle condizioni in cui è venuto al mondo il Salvatore fu San Francesco, dopo un pellegrinaggio in Terra Santa. Il professore di filosofia morale Giacomo Samek Lodovici: «Chi modifica l’iconografia della natività, di Giuseppe, di Maria e di loro figlio perde di vista il tema centrale della solennità. Che è così profondo da potercisi soffermare all’infinito». Lo speciale contiene tre articoli. Continua a leggere
L’ex parlamentare Andrea Ruggieri, che ha lanciato la candidatura di Occhiuto alla segreteria: «La strada non è il congresso, che si fonderebbe su tessere di dubbia provenienza». «Fondare una corrente politica? Per carità, non diciamo parolacce. Ma una cosa è certa: Forza Italia deve camminare su gambe nuove, altrimenti sarà solo la cheerleader degli altri». Continua a leggere
L’eurodeputata ungherese: «Già l’accordo commerciale con Kiev danneggia la nostra agricoltura. Col Mercosur la uccideremmo». Continua a leggere
Il rampollo del vicesindaco di Kharkiv torturato e ucciso. Accusato il figlio di un oligarca e di un’ambasciatrice «sessuologa»: «Voleva farsi consegnare 50.000 euro in cripto». Rispetto alla storia dei torturatori killer ucraini a Vienna, quella dei cessi d’oro per i funzionari corrotti quasi sbiadisce. Qualche giorno fa, il Tribunale di Kiev ha disposto la custodia cautelare in carcere per due cittadini, uno di 19 e l’altro di 45 anni, accusati del brutale assassinio di un ventunenne, che è stato commesso meno di un mese fa nella capitale austriaca. La vittima era Danilo Kuzmin, figlio di Serhij, il vicesindaco di Kharkiv, una delle città simbolo della resistenza agli invasori russi. Il giovane finito in manette, invece, si chiama Bogdan Rinzhuk ed è il rampollo dell’oligarca Ivan, nonché figliastro di Olesya Ilashchuk, ambasciatrice ucraina in Bulgaria, nominata a dicembre 2022 da Volodymyr Zelensky benché, almeno sui suoi profili social, vantasse un curriculum da sessuologa anziché una carriera diplomatica. Continua a leggere
L’ex governatore: «Io referente per il Nord nella Lega? Se ne può parlare in un congresso, ma senza mettere in discussione Salvini. La Meloni è il miglior premier possibile, sta dando all’Italia prestigio internazionale». Continua a leggere
Radio Blackout paga meno della metà del prezzo (6.965 euro). E fa da regia agli scontri. Se c’è una cosa a cui il Partito democratico e la sinistra istituzionale si sono dimostrati allergici in questi anni è il dissenso. Tra richieste di censura, commissioni di sorveglianza e demonizzazioni feroci nei riguardi di presunti razzisti, no vax e putiniani assortiti, hanno condotto una battaglia senza quartiere contro la libertà di espressione. Curiosamente, tuttavia, in qualche occasione i sinceri democratici si riscoprono tolleranti e inclusivi, e si ergono addirittura a baluardo delle posizioni dissenzienti. Emblematico in tal senso è il caso della torinese Radio Blackout, emittente dell’antagonismo piemontese, che si è distinta negli ultimi tempi per il grande sostegno offerto ad Askatasuna, con cui condivide per lo meno la cultura politica e forse pure qualche militante. Piccolo esempio. Una delle voci di Radio Blackout, Cibele, ha concesso il 3 dicembre una intervista a Radio Onda d’urto per commentare il noto attacco alla sede della Stampa. Ha sostenuto che l’azione fosse «formalmente non violenta» e che «si è parlato molto impropriamente di un assalto squadrista». Sono opinioni personali e persino legittime pure queste, per carità, ma fanno capire quale sia l’ambiente e quale l’ideologia. Continua a leggere
Nonostante la condanna del regista Le Moli, la Regione conferma l’accreditamento e il sostegno al Teatro Due. Almeno otto le vittime, ignorate anche dal Centro per le donne. Nella Fondazione un ex assessore dem. Indagato per maltrattamenti e lesioni alla moglie Missiroli, primo cittadino di Cervia. La replica: «Accuse infamanti». Ma il centrodestra chiede le dimissioni. Lo speciale contiene due articoli. Continua a leggere
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 22 dicembre con Carlo Cambi Continua a leggere
Il Pd che invocava la tenuta dei conti e urlava allo spread, ora critica la manovra. Guardi a ciò che succede a Parigi e Berlino. Il Pd chiede le dimissioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in quanto la manovra proposta sarebbe troppo prona ai dettami dell’Europa e, quindi, non rispondente alle esigenze economiche e sociali del Paese. Ma, ci chiediamo, questo Pd è lo stesso degli anni scorsi che ha sempre invocato, anche sollecitato dal suo indimenticabile (per nullità) commissario europeo Paolo Gentiloni, di attenersi rigorosamente alle regole europee in quanto garanzia della tenuta finanziaria dell’Ue stessa? Continua a leggere
Mentre la famiglia Trevallion rischia di trascorrere il Natale divisa perché aveva il «difetto» di vivere in un casolare isolato con i servizi igienici all’esterno, a una ragazzina è consentita la transizione di genere. Per le toghe il percorso è «consapevole». Anni fa Vanity Fair, settimanale radical chic che si occupa di moda e celebrity, dedicò la copertina agli adolescenti italiani in attesa di cambiare sesso. La redazione fotografò ragazzini e ragazzine vestendoli con capi firmati: pantaloni di Dolce&Gabbana, abito e maglia Germanier, gioielli Glenda López e Pintrill. Secondo la rivista, quei giovani trattati con la triptorelina, il farmaco che blocca la pubertà, impedendo la produzione di ormoni sessuali, erano eroi. A me quelle immagini posate, scattate in uno studio fotografico di grido, misero solo tristezza, perché i bambini con il volto truccato mi parvero subito vittime di una moda. Continua a leggere
Quanto è probabile una collisione tra satelliti? E quanti ce ne sono oggi in orbita terrestre? Ecco la storia del primo incidente cosmico. Continua a leggere