Han Kang, Nobel per la letteratura, è stata a Milano per presentare "Il libro bianco", appena uscito per Adelphi, tradotto da Lia Iovenitti, e originariamente pubblicato nel 2016. Ha detto che la letteratura svela e fa immaginare ciò che è nascosto. E basta aprire un libro per entrare nell’anima degli altri. Nel suo caso Il libro bianco non dà solo accesso all’anima, ma fa assistere a un dono. Han Kang con voce tenue e precisa si fa trasparente per prestare la propria vita alla sorella maggiore morta appena nata per restituirle qualcosa della vita mai vissuta – una parte pura, delicata, bianca appunto. Già aveva iniziato a raccogliere una lista di cose bianche per un libro – “fasce per neonati camicino della fortuna sale neve ghiaccio luna riso onde magnolia bianca uccelli bianchi sorriso bianco fogli bianchi cane bianco capelli bianchi sudario” –, aggettivo per cui in coreano esistono due termini, hayan e huin. Il primo è “il bianco puro e intatto dello zucchero filato”, huin invece “evoca un desolato intreccio di vita e morte”. A un certo punto ha capito che il suo era un libro huin e che doveva cominciare dal “ricordo della prima figlia data alla luce da mia madre”. Lo ha capito a Varsavia, l’altra protagonista del Libro bianco. Si era trasferita lì, lontano da Seoul, attratta da quella città che aveva resistito al nazismo e per questo era stata polverizzata. In un filmato aereo d’archivio visto in un museo, quello che le era sembrato uno strato di neve si era rivelato, via via che la camera si avvicinava, essere le macerie dei palazzi bombardati. Passeggiando tra gli edifici ricostruiti, nessuno più vecchio di 70 anni, come gli alberi, i parchi, le allodole, aveva capito che si trovava in una “città bianca”, huin. La sorella, che sua madre aveva partorito da sola, giovanissima, e pregandola di non morire aveva avvolto in un panno bianco, poi diventato sudario, le è apparsa come il destino di quella città, distrutta ma ricostruita con tenacia. Sua sorella era morta, ma era nata lei, che ora l’accompagna attraverso il suo sguardo, posato sulla bellezza del bianco. Nel libro si susseguono un’immagine dopo l’altra, quadri poetici e bianchi, quasi come posati sotto un manto di neve che rallenta il tempo. L’inchiostro della parola scritta (il camicino, il viso come un dolcetto di riso), emerge isolata dal bianco della pagina, che crea intorno a ognuna il silenzio – il silenzio ovattato dell’inverno, quando tutto muore per rinascere. Nella postfazione scrive che il libro le ha infuso solitudine, silenzio e coraggio, come in un respiro. Fa lo stesso effetto a chi legge, che assimila questo respiro caldo e quasi visibile, “la nuvoletta bianca” delle prime mattine d’inverno, il vapore biancastro dell’aria fredda scaldata dai polmoni, la prova che siamo vivi. Han Kang Il libro bianco Adelphi, 160 pp., 19 euro
Quando Massimo Gezzi sostiene che Adriatica, in quanto luogo fisico, non esiste, sa che in fondo mescola il vero e il falso, e lo fa con la stessa abilità con cui tutti gli scrittori di lungo corso creano la materia letteraria, quella incontaminata, fatta di personaggi inventati e di minuscoli brandelli di vita reale. Privata e personale. Il primo romanzo di Gezzi, nella sua brevità – il che lo rende ancora più scintillante – regala ai lettori proprio questo, un frammento letterario “puro”. Si diceva di Adriatica come luogo fisico inesistente, scenario di una serata di metà maggio in cui si incontrano due persone lontane per età e trascorsi, ma vicine in una qualche forma di disperazione: Tullio, sessantotto anni, ed Emilie, una ragazza nel pieno dell’adolescenza. Certo, Adriatica, lungi dall’essere solo uno sfondo, è un grande personaggio di questo libro, mentre mette in scena i suoi elementi come strumenti di una cassetta a cui i personaggi attingono: il molo, punto di ritrovo inconsapevole di Tullio ed Emilie, appoggio di terra ma ponte tangibile tra mare e infinito; il mare stesso, che si trasforma in una distesa di silenzio di cui sia l’uomo che la ragazza hanno bisogno; la luna, riferimento leopardiano, che conserva la memoria di tutti gli uomini; e poi la solitudine, che gravita sommessamente nei ricordi e nella vita di Tullio, presenza ingombrante e unica amica, ma anche nella rabbia di Emilie, che come tante ragazze della sua età non sa gestire la mole di pensieri che la soglia della vita adulta le propone. Questo romanzo non è in fondo che un lungo, poetico, lirico e al contempo impetuoso rimuginare su ciò che diventiamo dinanzi allo scorrere del tempo: di cosa siamo fatti? Soprattutto di scelte, di percorsi deviati anche non per nostra volontà, e di realtà fittizie, quelle che ci costruiamo per non dover ogni volta affrontare la verità. Se Tullio, in questa giornata di metà maggio, s’imbatte in una notizia che lo sconvolge e che gli offre l’occasione di ripercorrere tutta la sua vita, soprattutto emotiva fino a quel momento, Emilie vaga per Adriatica dopo essere venuta a conoscenza di un’altra notizia per lei sconvolgente, che riguarda la sua amica del cuore Giada, e vaga, vaga senza alcuna voglia di rimettere piede in casa, dove troverebbe una madre che beve troppo e che non la capisce quasi mai. E’ in questo girovagare notturno tra il passato e il presente, tra i desideri insperati e quelli proibiti, che Massimo Gezzi costruisce – su un territorio che, al di là dell’immaginazione letteraria, risuona invece di una marchigianità profonda – il racconto perfetto dell’eccezionalità di due vite ordinarie, di tanti piccoli riti quotidiani che sommandosi danno vita alla narrazione di una letteratura raffinatissima e complessa, quella della normalità. Massimo Gezzi Adriatica Gramma Feltrinelli, 176 pp., 17 euro
Già per i contemporanei, la Guerra del Peloponneso è stata un conflitto dalle caratteristiche eccezionali; poi l’interesse per la lotta senza quartiere che per ventisette anni contrappose Atene e Sparta non è mai venuto meno, e il conflitto è sempre stato studiato come paradigma di lotta totale per l’egemonia. Per venire a tempi recenti, basti pensare al dibattito suscitato da Destinati alla guerra di Graham Allison, che porta come sottotitolo “Possono l’America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide?”, o al libro pubblicato l’anno scorso da Luciano Canfora. Ora il Mulino rimanda in libreria il testo di Bruno Bleckmann, docente all’Università di Düsseldorf, una delle massime autorità oggi nel campo. Al di là della puntuale ricostruzione degli eventi, ovvio presupposto di un testo come questo, colpiscono soprattutto alcune osservazioni, che sono già nell’opera tucididea e che Bleckmann mette in rilievo. Si trova in primo luogo un “generale imbarbarimento”, per cui “l’opinione pubblica greca si era abituata a massacri di massa e a violazioni di norme religiose e civili”. Come osserva Tucidide, “la guerra è una maestra brutale e sa porre a modello, per orientare e accendere le passioni della folla, le circostanze del momento”. La più immediata conseguenza è quello che oggi chiameremmo populismo. Così “gli scontri interni tra i politici dell’epoca post periclea erano dovuti al desiderio che ciascuno aveva di assicurarsi un consenso il più ampio possibile nell’assemblea popolare”, come nel caso di Cleone, che “cercava di allontanarsi dalla tradizione attraverso dettagli quali la retorica violenta o la scelta di comunicare con l’assemblea popolare tramite lettere private”, e “si avvicinò ai gusti di ampie masse popolari per aumentare il proprio consenso”. Ci sono poi tregue sottoscritte con termini ambigui o sfumati, come l’accordo per i prigionieri di Sfacteria, con qualcuno sempre pronto a sfruttare sfumature e ambiguità per riprendere le ostilità pensando di volgere la situazione a proprio vantaggio. C’è infine la grande lezione conclusiva: da una guerra totale per l’egemonia non solo il vinto, ma anche il vincitore esce logorato; e infatti la Guerra del Peloponneso segna la fine del periodo d’oro della Grecia e apre la strada ad altre potenze, prima fra tutte la Macedonia di Filippo, che ben presto porrà fine alle rivalità fra le poleis imponendo a tutte la propria autorità. Al lettore il piacere di parallelismi e confronti con il passato prossimo e con il presente. Bruno Bleckmann La guerra del Peloponneso il Mulino, 120 pp., 12 euro
Libro curioso e affascinante La balia di Bacon. Lo pubblica Voland, che di Maylis Besserie ha già editato due volumi. Le sue pagine, come sempre, associano lavoro di documentazione e invenzione letteraria. Qui ci dividiamo tra due punti di vista che restituiscono i momenti salienti della vita del pittore inglese. Da una parte, quasi con piglio orale, come se qualcuno li avesse riesumati da vecchie bobine ritrovate in una soffitta, vengono srotolati i ricordi della famosa “Nanny”, Jessie Lightfoot, la balia che fin dai primi anni di vita si è occupata dei bimbi di casa Bacon, e che accompagnerà Francis per tutta la vita. Dall’altra, è lo stesso Bacon (“Francis”) a parlare e a descrivere in maniera secca e assai furiosa alcuni dei suoi dipinti. Nel libro, vita e opera sembrano spesso interagire in maniera dialettica; scorrono parallele, come se i quadri traessero la loro origine dalle esperienze di vita. Aspetto certamente corretto; risuona il legame tra le figure dipinte e la dimensione biografica. Si prendano le prime pagine, ambientate nella tenuta irlandese. La madre è distante. Il padre, il terribile “Capitano”, si è reinventato allevatore di cavalli. Nell’aria la polvere è ovunque, peggiorando l’asma del piccolo Francis. Il genitore non può soffrire questo figlio delicato, dai modi effeminati. Così lo punisce appena può, facendolo frustare dai garzoni nelle stalle. Queste pagine sono seguite dalla descrizione del quadro Uomo inginocchiato nell’erba; come se quella massa a quattro zampe tra gli steli fosse la sua, in attesa della punizione. Il masochismo di Bacon è a tutti noto. Eppure, questa disposizione, strettamente biografica, corre il rischio di attutire l’importanza del caso nel suo gesto pittorico. Besserie non lo dimentica ed è abile a muoversi tra i due poli: i dipinti, a volte, non si sa come giungano a compimento; attraverso chissà quali trasformazioni della figura. In alcune pagine, la voce di “Francis” ricorda i misteri della creazione e i numerosi dipinti perduti (“Li distruggi spesso, passandoci accanto”). E quando “Nanny” muore, le pagine si trasformano in un soliloquio: una parata di quadri. Un tocco con violenza è il titolo di un documentario su Bacon. Vita violenta, la sua. Violenza delle bocche spalancate che si ricorrono nelle sue tele. La bocca di Nanny invece era sottile, “una fessura da salvadanaio”. Quasi cieca, dormiva in cucina tra i fornelli e il frigo. Non ci sono sue foto tra le pagine. Se la cercate, vi imbatterete in una vecchina dagli occhialini tondi: potrebbe essere una “signora omicidi”. Bacon l’amava d’un affetto che si deve a una madre. E a una complice. Maylis Besserie La balia di Bacon Voland, 216 pp., 19 euro
Nel saggio di Enrico Galimberti ritroviamo tutta la temperie artistica e intellettuale che ha accompagnato
"Hitler è evidentemente il tipico visionario attivo; non solo è riuscito ad allucinare sé stesso, ma anche una buona parte della Germania (…) Vi ricordate della leggenda del suonatore di flauto di Hamelin, che stregò tutti i bambini della cittadina e partì con loro? Un bel giorno i tedeschi seguiranno il flauto magico di Hitler, e Dio sa cosa ne verrà fuori”. Pubblicato per la prima volta in Francia da Gallimard nel 1933, proprio nell’anno di ascesa al potere del nazismo, Pioggia di stelle è un romanzo storico, ambientato a Vienna nel periodo fra le due guerre, l’unico di Matila Ghyka (1881-1965). Diplomatico romeno di nobili origini, coetaneo di Stefan Zweig e come quest’ultimo legato per sempre a un “mondo di ieri” in dissoluzione, Ghyka fu una personalità di notevole fascino e carisma, caratteristiche trasfuse nel romanzo attraverso il personaggio di Napoleon di Maleen-Louis. Dopo il crollo dell’Impero asburgico, il povero Napoleon se la passa assai male: vive in miseria, ha venduto persino il cappotto, è oberato dai debiti. Triste e malinconico, ripensa con nostalgia al suo periodo londinese, tra feste da ballo, ricevimenti, ristoranti di alta classe e circoli esclusivi. Medita di ritirarsi in campagna, quando un incontro improvviso e provvidenziale gli offre l’opportunità di rientrare nel corpo diplomatico. Ghyka descrive un mondo sofisticato e aristocratico, di quel particolare tipo di nobiltà che si è dedicata anima e corpo alla diplomazia, con i suoi riti e le sue regole scritte e non scritte – soprattutto queste ultime, in un ambiente in cui l’etichetta esercita un incontestabile primato. Ne scaturisce un romanzo colto e raffinato, che è anche una storia d’amore a lieto fine, con tanto di principesse e cavalieri. La trama romantica è costellata da lunghe digressioni, dotte citazioni, divagazioni artistiche e letterarie, accurate descrizioni di castelli e paesaggi. Non manca la precisa ricostruzione di vicende storiche e di grandi personaggi del passato, uno su tutti il celebre duca di Wallenstein protagonista della Guerra dei Trent’anni. Naturalmente, sotto la superficie delle amabili conversazioni da fumoir, spiccano serissime considerazioni politiche, alcune amare, altre profetiche, sapientemente distribuite nel testo da uno scrittore che fu grande testimone del suo tempo: “E poi, come dicevo prima, il principio delle nazionalità forse evolverà, si trasformerà in qualcosa di molto elastico, forse Stati Uniti d’Europa, non sappiamo…”. Guido Ceronetti, che amava molto Ghyka, lo definì “uno dei grandi romeni contemporanei e il meno conosciuto”. Matila Ghyka Pioggia di stelle Blu Atlantide, 411 pp., 20 euro
President called the agreement that passed the Senate Monday ‘a very big victory’ amid the record-breaking government shutdown – key US politics stories from 11 November 2025 Democrats’ resolve cracked this week, when a splinter group in the Senate joined with the GOP to craft a compromise bill that reauthorizes government funding through January, without extending healthcare tax credits. Donald Trump called the agreement “a very big victory” during remarks at Arlington National Cemetery. Continue reading...
Recanati (Macerata): Cecchini racconta la storia che c’è dietro il piccolo garage di via Giovanni XXIII dove lavora
Sberbank head German Gref gives unusually frank assessment; Zaporizhzhia situation has ‘significantly worsened’, says Syrskyi. What we know on day 1,358 Continue reading...
Il cardinale Zuppi ha consegnato il messaggio al pontefice nei giorni scorsi. La famiglia Ferrerio: “Aggressione crudele, non riusciamo a darci pace”
Modena, l’incentivo ai dottori di famiglia (Fimmg e Smi): un euro e 20 centesimi a paziente per chi resta sotto la soglia
All’indomani dell’ipotesi sollevata dagli avvocati di Dassilva durante il processo per l’omicidio di Pierina arriva la reazione dei difensori di Loris e Manuela: “Non escludiamo eventuali azioni nelle sedi competenti”
L’Appello riqualifica l’accusa in violenza tramite induzione ad atti di una minore. Ma ribadisce il verdetto di 4 anni sancito in primo grado. E resterà ai domiciliari
La società ha attraversato negli ultimi anni una crisi profonda. Procedura supervisionata dal giudice delegato Antonella Rimondini. Nel 2015 l’avvio dell’inchiesta per l’adulterazione dei semilavorati
Pesaro: dopo una mattinata disperata per la mamma, i Servizi sociali le hanno proposto la proroga. E fino al 20 dicembre trasloco a Colbordolo
Per la seconda volta nel giro di qualche mese presa di mira l’azienda di calzature di Fermo: anche stavolta i ladri messi in fuga dal sistema di allarme
A series of statements, articles, photos and even a new national holiday indicate a shift in Beijing’s stance over the island, analysts say In recent weeks China has released a series of statements, articles and photos, that analysts say signal an escalation in the ruling Chinese Communist Party’s approach to Taiwan. Beijing claims Taiwan as a province and has vowed to annex it under what it terms “reunification”. China’s military is not believed to be capable of a full invasion yet, but senior officials have recently started using sharper language. Continue reading...
Parla la 46enne azzannata dal cane a Chiesanuova: “Non riesco a sollevare praticamente nulla”. Il proprietario dell’animale, che è rientrato poco dopo nell’abitazione, è stato multato
Londra resta l’epicentro dell’attività oltre l’Atlantico, la Germania continua a rispondere con entusiasmo, e adesso tocca al Bernabéu
Dozens storm venue at climate conference that has encouraged NGOs and Indigenous groups to play unprecedented role in talks There were tussles between protesters and security guards at the Cop30 climate talks late on Tuesday night, when a group of Indigenous and non-Indigenous people stormed the conference centre in Belém. Several dozen men and women, some in brightly coloured feather headdress, ran through the entrance, pushing at least one door off its hinges, before striding through the metal detectors and entering the Blue Zone. Continue reading...
Taylor Swift’s Eras tour among the big events driving spending, as British artists perform well overseas and job numbers rise The music industry contributed a record total of £8bn to the UK economy in 2024, powered in part by Taylor Swift’s Eras tour and Take That’s stadium run. According to figures in the annual report from UK Music, the umbrella organisation encompassing a range of bodies including the BPI and PRS for Music, the figure is a 5% rise from the £7.6bn contributed to UK GDP in 2023. As well as tours generating revenue through ticket sales, tourism and more, the £8bn figure also factors in revenue from recorded music, whether via sales, streaming, commercial deals and other sources. Continue reading...
New law will allow technology to be examined and ensure tools have safeguards to stop creation of material Tech companies and child protection agencies will be given the power to test whether artificial intelligence tools can produce child abuse images under a new UK law. The announcement was made as a safety watchdog revealed that reports of AI-generated child sexual abuse material [CSAM] have more than doubled in the past year from 199 in 2024 to 426 in 2025. Continue reading...
More than third of profits analysed went to firms owned by private equity or based in tax havens, research finds Private companies operating care services in just three regions of England have taken more than £250m in profits in three years, with more than a third going to providers owned by private equity firms or companies based in tax havens. New analysis by Reclaiming Our Regional Economies warned that public money is being rapidly funnelled out of the care system into the hands of private companies, rather than reinvested to improve services. Continue reading...
Unions decry move, saying it will put more pressure on headteachers without tackling absence from classrooms Every school in England is to be issued with an AI-generated target for minimum pupil attendance, the government has announced, as part of its continuing efforts to tackle absence in the country’s classrooms. Headteachers will be given the targets this month in an effort to boost attendance rates, which remain stubbornly below pre-pandemic levels. Continue reading...
Some of this year’s Christmas must-haves are also expected to appeal to UK’s growing number of ‘kidults’ There could be tug of war under the Christmas tree this year owing to the growing trend of adult toy collectors, a rundown of the season’s must-haves suggests. Singing Wicked 2 dolls, manga-themed Lego, a Pokémon game and a mini-fridge playset are among the items on the annual DreamToys selection that experts say are as likely to feature on the wishlists of adults as children. Continue reading...