Il blackout di San Francisco ha fermato i taxi senza conducente, incapaci di riconoscere i semafori perché spenti. Nessun ferito e una grande opportunità: trarre insegnamenti da questo esperimento imprevisto. Quanto accaduto ieri a San Francisco dimostra che a proposito di guida autonoma c’è ancora molto da fare prima di poterla considerare una modalità di trasporto affermata e affidabile. Stando a quanto si è potuto comprendere, sabato scorso nella città californiana si è verificato un incendio che ha devastato una sottostazione elettrica provocando un blackout che ha spento taluni server. Questi hanno ha portato i veicoli senza conducente della Waymo a fermarsi. Nessuno si è fatto male ma il traffico si è bloccato. Continua a leggere
Il 25 dicembre, oltre a rappresentare la venuta al mondo di Gesù Cristo, è anche data di compleanni illustri nella storia. Il più noto è il matematico e scienziato inglese Isaac Newton. Il Natale è tradizionalmente associato alla nascita di Nostro Signore, ma il 25 dicembre attraversa la storia anche come data di nascita di sovrani, scienziati e protagonisti della cultura contemporanea. Dal Medioevo all’età moderna, fino alla politica, allo spettacolo e alla moda, gli annali restituiscono una costellazione di figure diverse per epoca e ruolo, unite, sventuratamente per chi compie gli anni questo giorno, da una ricorrenza che tende spesso a mettere in ombra i compleanni. Ecco alcuni dei nomi più noti, in ordine cronologico. Continua a leggere
Israele è sempre più allarmato dalle ambizioni nucleari e balistiche dell’Iran. E cerca di rafforzare la sponda con Washington. Secondo quanto riferito da Nbc News, Israele sarebbe fortemente preoccupato «per il fatto che l'Iran stia espandendo la produzione del suo programma di missili balistici». In questo contesto, sempre secondo la stessa testata, Benjamin Netanyahu avrebbe intenzione di sottoporre a Donald Trump opzioni per un nuovo attacco contro la Repubblica islamica, in occasione della sua visita in Florida prevista per il 29 dicembre. Continua a leggere
Il Comune fiorentino sposa l’appello del Maestro per riportare a casa le spoglie di Cherubini e cambiare nome al Teatro del Maggio, in onore di Vittorio Gui. Partecipano al dibattito il direttore del Conservatorio, Pucciarmati, e il violinista Rimonda. Continua a leggere
Muwaffaq Tarif, leader dei drusi israeliani, parla dei legami transnazionali della comunità, della lealtà agli Stati in cui vivono e ringrazia Israele per l’intervento militare a protezione dei drusi in Siria. I drusi sono una comunità etno-religiosa distribuita in tutto il Medio Oriente fra Siria, Libano, Israele e anche Giordania. Vivono spesso in villaggi rurali e tendono a concentrarsi nelle aree di confine e nonostante il loro forte legame transnazionale sono cittadini leali delle nazioni che li ospitano. Continua a leggere
Il nuovo rapporto Europol dipinge un quadro inquietante del traffico di migranti in Europa: reti criminali globali sempre più frammentate e tecnologiche, violenze estreme, sfruttamento sistematico e uso di intelligenza artificiale per gestire i flussi e massimizzare i profitti. Nonostante l’aumento dei controlli, le organizzazioni si adattano rapidamente, mentre le vittime - soprattutto donne - continuano a subire soprusi lungo rotte complesse e costose. Continua a leggere
Con Luciano Pignataro commentiamo l'iscrizione della nostra grande tradizione gastronomica nel patrimonio immateriale dell'umanità Continua a leggere
Svolta filologica grazie a un decreto del Colle: chiesta diligente osservanza all’esercito. «Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò». Punto, fine. Pausa con corona. Rompete le righe, ma soprattutto mordetevi la lingua se siete tra quelli - quasi tutti - abituati a urlare «sì!» al termine del Canto degli italiani (poesia di Goffredo Mameli, musica di Michele Novaro, correva l’anno 1847). Lo stabilisce un decreto del 15 marzo scorso firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, adottato su proposta del premier, Giorgia Meloni (leader - per restare in tema - di Fratelli d’Italia), poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio 2025. Una scelta filologicamente ineccepibile quella del Quirinale, dato che nel testo primigenio del Mameli (1827-1849) di questa entusiastica ma superflua esclamazione non c’è traccia. Fu il compositore Novaro (1818-1885) - genovese come il suo socio - ad aggiungerla per concludere il brano (adottato ufficialmente dal nostro Paese come inno nazionale solo nel 2017) «in un grido supremo, il quale è un giuramento e un grido di guerra». Continua a leggere
I dati ribaltano la storia della catastrofe annunciata: l’economia americana accelera e Scott Bessent preme sulla Fed perché tagli i tassi e riveda al ribasso il tetto all’inflazione. Le statistiche, si sa, hanno un difetto imperdonabile: arrivano sempre dopo le profezie. E spesso le smentiscono. Così, mentre le cassandre della globalizzazione annunciavano sconquassi, recessioni a catena e un’economia Usa piegata dai dazi di Donald Trump, i numeri hanno fatto quello che sanno fare meglio: raccontare un’altra storia. Meno apocalittica, molto più prosaica. E decisamente più imbarazzante per chi aveva già pronto il necrologio dell’economia Usa. Continua a leggere
Accordo da oltre 70 milioni di euro per la realizzazione del progetto ferroviario «Dream of the Desert». Il modello pubblico-privato valorizza la filiera industriale del Paese e punta all’avvio operativo nel 2026. Arsenale e Simest (Cdp) hanno chiuso un accordo per finanziare «Dream of the Desert», progetto che porta il gruppo industriale italiano nel settore dei viaggi di lusso in Arabia Saudita. Inoltre, la struttura supera i 70 milioni di euro: 37 milioni di investimento equity congiunto Arsenale-Simest e 35 milioni di finanziamento del Tourism Development Fund saudita. L’accordo si innesta sull’intesa già siglata con Saudi Arabia Railways per l’utilizzo della rete ferroviaria nazionale. Continua a leggere
Un flash mob pro Ucraina all’università Federico II di Napoli finisce tra urla e spintoni. Tutto previsto dal leader Hallissey, che poi denuncia violenze e censure. Una brutta pagina dopo lo scandalo tessere. Matteo Hallissey, fino all’altro ieri, aveva la fortuna di essere un perfetto sconosciuto. Presidente dei Radicali italiani e +Europa, 22 anni, da qualche ora è diventato finalmente famoso: merito di un’azione che possiamo tranquillamente definire di purissima provocazione, messa in atto (o meglio in scena, perché di sceneggiata si tratta) a Napoli, nelle aule del dipartimento di filosofia dell’università Federico II. Qui si è svolta una delle tappe della serie di incontri dal titolo «Russofilia, Russofobia, Verità», con la partecipazione dello storico Angelo D’Orsi e dell’ex parlamentare Alessandro Di Battista, organizzata dalla sede partenopea dell’Anpi. Al termine dell’incontro, scatta la provocazione: alcuni giovani presenti, che indossano una maglietta con i colori dell’Ucraina, inscenano un flash mob, ovvero una manifestazione di poche persone. Un video racconta la sceneggiata: Hallissey inizia a urlare contro D’Orsi, chiedendogli «che ci faceva in Russia, che ci faceva con la propaganda del Cremilno!». È il caos: alcuni dei presenti cadono nella trappola e spintonano Hallisey, che non aspettava altro, invitandolo ad allontanarsi (si sente un perentorio «vattenn!», ovvero vattene). Nulla di più di un paio di spinte, come chiunque può facilmente verificare dal video pubblicato tra l’altro dallo stesso Hallissey, che alterna le immagini con i suoi commenti all’accaduto, gesticolando come ormai usano fare tanti esponenti politici. Continua a leggere
L’ex agente fotografico, sentito dai pm, annuncia le prime denunce per il conduttore che avrebbe chiesto sesso agli aspiranti famosi. La denuncia c’è e anche il fascicolo. Ma se l’obiettivo era chiudere la bocca a Fabrizio Corona, il rischio concreto è di avergli consegnato un megafono. Perché la mossa di Alfonso Signorini, direttore editoriale del settimanale Chi e conduttore del Grande Fratello, ovvero la querela per revenge porn presentata dopo che una decina di giorni fa Corona lo ha accusato di aver portato avanti per anni un «sistema» di presunti favori sessuali richiesti a partecipanti del reality (anche nella versione Vip), rischia di trasformarsi in un boomerang giudiziario e mediatico, con un effetto domino che da ieri non dipende più solo dall’ex «re dei paparazzi», ma anche dal Codacons che con un esposto ha chiesto di indagare. Continua a leggere
Pur senza prove inconfutabili la ragazza è stata ritenuta non consenziente. E a Ciro & C. sono state inflitte pene fino a 8 anni. Sembra che i giudici di Tempio Pausania abbiano già recepito la riforma dell’articolo 609 bis del codice penale, quello che punisce la violenza sessuale e introduce il concetto del «consenso libero e attuale». In assenza è violenza. Stando al testo approvato alla Camera e che, al momento, è fermo al Senato (sono stati richiesti approfondimenti), non servirà più dimostrare la forza o la minaccia, durante un rapporto sessuale basterà l’assenza di una volontà chiara, presente e consapevole. E il processo a Ciro Grillo e compagni pare offrire uno spaccato del processo che verrà (anche se la norma non può essere retroattiva). Continua a leggere
Il sindacalista nero, caduto in disgrazia dopo lo scandalo che ha coinvolto moglie e suocera, lancia l’amo. «Pronto a candidarmi sotto al tricolore». Poi corregge il tiro: «Non mi riferivo a una qualche parte politica». «Se le formiche si mettono d’accordo possono spostare un elefante». Oggi Aboubakar Soumahoro non può più scandire il suo proverbio africano preferito perché l’elefante nella stanza è lui. Così consapevole del riflusso progressista (via dal woke, dall’ultraeuropeismo, dal turbo green, dal terzomondismo di piazza) da avere deciso, nei lunghi mesi passati sui banchi del gruppo misto alla Camera, una strategia non nuova ma sempre efficace nella politica italiana: il salto della quaglia. Un ipotetico sbarco nel centrodestra con tutti gli stivali. Lo sussurra al Foglio: «Sono pronto a candidarmi con una dimensione di forze che portano in seno il tricolore. Non ragiono con le lenti del Novecento, faccia un check nei simboli dei partiti». Poi verso sera precisa: «Il riferimento al tricolore, presente nei partiti sia di destra sia di sinistra, non deve essere interpretato come simbolo di una parte politica». Continua a leggere
La grazia del Colle al corresponsabile della strage di Ferragosto asseconda il refrain di moda: «Guidi un barcone: che male c’è?». «Il suo sogno era di arrivare in Europa», è partito «dalla Libia in guerra per rincorrere il suo sogno», aveva «il sogno di arrivare in un Paese in pace e democratico». L’articolo del Corriere della Sera sulla storia di Alaa Faraj Abdelkarim Hamad sembra Il favoloso mondo di Amélie: è tutto un sogno. Nel 2017, il giovane libico fu identificato dalla giustizia italiana come uno dei cinque scafisti di un barcone che, nella notte di Ferragosto di dieci anni fa, venne trovato con dentro i corpi di 49 persone, morte asfissiate durante il viaggio. Malgrado le testimonianze che ne facevano uno degli organizzatori della traversata criminale, e malgrado le condanne, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha graziato, anche sull’onda di una campagna mediatica con pochi precedenti: dal programma di Rai3, Il fattore umano, a una sua raccolta di lettere pubblicata da Sellerio con il titolo Perché ero ragazzo. Come siano davvero andate le cose su quel barcone lo sanno solo i superstiti, ma in fondo, per il gigantesco dispositivo giustificazionista che si è messo in moto, la cosa è secondaria. Scafista, non scafista: fa davvero tutta questa differenza? In fondo gli scafisti non sono essi stessi dei poveri cristi travolti da un insolito destino? È questo l’obbiettivo finale di una campagna in corso da tempo: togliere allo scafista ogni stigma criminale, farne una vittima o, perché no, magari un eroe. Continua a leggere
La famiglia nel bosco non torna a casa per Natale e dovrà sottoporsi a una perizia psichiatrica: il tribunale decide di completare la rieducazione dei genitori. Ne parliamo con Luca Telese e Red Ronnie. Continua a leggere
Il Tribunale di Roma ha rigettato l’istanza della figlia sulla nomina di un amministratore di sostegno. Vittorio è considerato del tutto «capace di intendere e di volere», dunque soggetto a diritti e doveri. Eppure uno psicologo dovrà appurare se vale anche per le nozze. Il Tribunale civile di Roma ha rigettato l’istanza di nominare un amministratore di sostegno per Vittorio Sgarbi presentata, due mesi fa, da sua figlia Evelina che chiedeva, appunto, la nomina di un tutore per il padre in seguito alla profonda depressione che lo aveva colpito all’inizio dell’anno. Quindi il grande Vittorio Sgarbi, come dice il professor Ugo Ruffolo, difensore legale del noto critico d’arte, «è stato ritenuto perfettamente capace di intendere e di volere». Ma c’è un ma: perché una psicoterapeuta, nominata dal tribunale stesso, dovrà stabilire se Vittori Sgarbi ha quella stessa lucidità nelle «decisioni di particolare complessità e rilevanza» con specifico riferimento «alla gestione straordinaria del patrimonio e alla scelta di contrarre matrimonio» nonostante che sia riconosciuto il valido sostegno affettivo della sua compagna, che vorrebbe sposare, e di sua sorella, Elisabetta Sgarbi, a tutti nota nel mondo dell’editoria, della cultura e del cinema. Ci appaiono due decisioni che mostrano delle contraddizioni. È noto, infatti, che molti artisti, creatori, filosofi e uomini d’azione sofferenti di depressione hanno continuato a produrre opere in senso lato senza che la depressione stessa influisse sulle loro capacità di intendere e di volere. E se questo vale in generale ci sembra, onestamente, che sia sommamente valido per la scelta di contrarre matrimonio. Siamo abituati a sentire parlare della capacità di intendere e di volere generalmente nei processi penali per stabilire se l’imputato (a norma dell’art. 85 del C.p.) sia capace di percepire la realtà - intendere - e di autodeterminarsi - volere -, cioè di decidere cosa fare della e nella propria vita. La non imputabilità dell’imputato generalmente è legata a gravi infermità mentali e questo non ci pare assolutamente il caso di Vittorio Sgarbi. Uso della ragione e uso della volontà sono alla base della libertà: lo hanno detto bene i teologi medioevali quando, come da me riportato recentemente in un altro articolo, hanno sentenziato che «nihil volitum nisi praecognitum», e cioè che nulla si può volere se ciò non è prima conosciuto dal soggetto. Vittorio Sgarbi ha dimostrato il suo genio anche quando, parlando della sua depressione, l’ha definita come una condizione in cui il soggetto si trova in un «treno fermo in un luogo ignoto». Chi ha provato la depressone sa che essa produce anche un tipo particolare di lucidità che è data dall’astrazione in qualche modo del quotidiano e che conduce a una sorta di essenzialità tipica di quella situazione. Chi ha visto l’intervista di Sgarbi rilasciata a Bruno Vespa nella trasmissione Cinque Minuti, dove parlava del suo magnifico libro Il cielo più vicino. La montagna nell’arte, ha visto certamente un uomo piagato ma non ha altrettanto visto piegate le sue capacità intellettive nell’esprimere concetti altissimi e di una grande capacità evocativa. Piagato dalla malattia ma non piegato nell’intelligenza, nella ragione: in ciò che ha costituito e costituisce da sempre il suo indiscutibile talento. Quindi a noi sembra, sia pur da profani, che le precondizioni cognitive per voler contrarre matrimonio risultino presenti nella mente del nostro carissimo amico Vittorio. Del resto, uno che è ritenuto capax iuris, capace di essere titolare di diritti e doveri in quanto capace di intendere e di volere, come può non essere ritenuto capax amoris, cioè capace umanamente di amare, che nel contesto cristiano si trasforma in una risposta all’amore di Dio e del prossimo, ma che nel contesto umano, come nel caso di Vittorio, si traduce nella capacità umana di amore dimostrato in un pluridecennale rapporto con la sua amata Sabrina e di cui il matrimonio non rappresenterebbe che la forma giuridica che esprime questo amore? Potremmo forse capire la questione che pone il giudice se si trattasse di un amore estemporaneo, magari che avesse preso corpo poco prima o durante la malattia e che, quindi, potrebbe destare legittimi sospetti sulla volontà e sulle finalità da parte della persona che vorrebbe sposarsi con lo stesso Sgarbi. Ma qui si tratta di un amore pluridichiarato, pluridecennale, conclamato da tutti e due i soggetti e addirittura definito da Sgarbi scegliendo come caratterizzante una venatura platonica del rapporto stesso; quindi, certamente non a caso, scelta come caratteristica di un amore disinteressato e gratuito che, alla fine, sono le caratteristiche di un amore vero. Sgarbi ha dimostrato ampiamente, in questi anni, la sua attitudine e predisposizione ad amare ed essere amato, a ricevere e dare amore in modo maturo e completo nei confronti della sua amata Sabrina e se in un momento di alta sofferenza, ma anche di pari lucidità, ha espresso questo desiderio verosimilmente lo ha fatto proprio perché nella sofferenza della depressione, una sofferenza terribile, le persone amate, o la persona amata, permane nella mente dell’uomo che soffre con convinzione e ancora maggiore chiarezza. Sgarbi ha, in altri termini, dimostrato di essere capax amoris come la sua Sabrina e sua sorella (le due persone che lui stesso ha citato come le più vicine), in modo diverso, per sentimento l’una, Sabrina, per amore fraterno l’altra, Elisabetta, hanno dimostrato parimenti di essere anche loro capaces amoris. I latini dicevano in infermitate salus, che significa che nella malattia c’è la salvezza, volendo esprimere il concetto che nel momento di difficoltà, quando la vita, come una barca, sembra definitivamente distrutta perché colpisce nella nebbia gli scogli, ebbene, proprio in quel momento, come sosteneva anche il filosofo esistenzialista Karl Jaspers definendola «situazione-limite», tutto ciò può portare a una crescita spirituale inattesa e inaspettata, ma egualmente di dimensioni consapevoli e profonde in un tempo. E se fosse questo il caso del desiderio di Vittorio Sgarbi di unirsi in matrimonio con la sua amata Sabrina? C’è un dipinto del Caravaggio, amatissimo pittore dell’amico Vittorio Sgarbi, e che ha contribuito a farlo conoscere a molti italiani come nessun altro, che si intitola così: Amor vincit omnia, che significa che l’amore vince tutto o che l’amore trionfa su ogni cosa. Mi piace pensare, in questo momento di sofferenza per Vittorio, che gli venga incontro il suo amato Caravaggio regalandogli questa sentenza ripresa da Virgilio e che lo sproni a compiere questo gesto di amore unendosi per sempre con la sua amata Sabrina. Questo è anche il mio augurio al mio carissimo e stimatissimo amico Vittorio. Continua a leggere
Rappresaglia dello zar con droni e missili, conquistata Siversk. Negoziati tra Casa Bianca e Cremlino in sospeso. Mosca: «Questioni irrisolte, se ne parla in primavera». Helsinki annuncia l’innalzamento del limite d’età per i riservisti da 60 a 65 anni. La riforma, in vigore dal 2026, punta a portare i coscritti a un milione entro il 2031. Lo speciale contiene due articoli A ridosso delle feste di Natale, sull’Ucraina è piombata la rappresaglia della Russia con oltre 30 missili e 650 droni. L’allerta era già massima: il presidente russo, Vladimir Putin, aveva negato la possibilità di un cessate il fuoco per le festività e la scorsa settimana aveva promesso una risposta russa agli attacchi ucraini alle petroliere nel Mar Nero. Dopo i bombardamenti, il ministero della Difesa russo, nel rivendicare i raid, ha affermato che sono stati condotti «in risposta agli attacchi terroristici dell’Ucraina contro obiettivi civili in Russia». Continua a leggere
Dalla memoria dei Saturnali alla tradizione cristiana, dieci ricette che riscoprono il senso profondo del convivio natalizio: piatti colti e popolari insieme, capaci di unire storia, gusto e creatività, per un pranzo delle feste che sia davvero «cum laude». Il vino, compagno indispensabile della festa. Dalle grandi etichette d’autore alle scoperte più sorprendenti, una guida ragionata alle bottiglie da portare in tavola a Natale: rossi importanti, bianchi longevi e vini capaci di affascinare, con le regole fondamentali per abbinarli, servirli e goderne appieno. Il galateo delle feste, tra eleganza ed empatia. Dieci regole pratiche – e qualche concessione intelligente – per apparecchiare, accogliere e condividere il Natale con stile: dalla tavola alla puntualità, dai brindisi all’arte dell’ospitalità, perché la vera buona educazione è far sentire gli ospiti a casa. Lo speciale contiene tre articoli. Continua a leggere
Polemiche per la norma (saltata) che toglieva alle aziende l’obbligo di pagare gli arretrati ai dipendenti che fanno ricorso per i salari troppo bassi. Ma quelle buste paga erano frutto di tanti accordi siglati dalla Cgil. Infrastrutture, arrivano 20 miliardi. Il Cipess approva il fabbisogno per il prossimo anno. Intanto il Senato dà il via libera alla manovra. Giorgetti: «Abbiamo fatto interventi che sembravano impossibili». Lo speciale contiene due articoli. Continua a leggere
Se con Conte e Draghi la prima carica dello Stato si atteggiava ad arbitro accondiscendente, da quando governa il centrodestra Mattarella non perde occasione per contrastare Palazzo Chigi. Da Stralink al conflitto in Ucraina, gli esempi sono numerosi. La rotta ostinata e contraria di Sergio Mattarella nei confronti dell’attività di governo è sotto i nostri occhi una volta diradata la nebbia della narrazione ossequiosa e compiacente. La concessione della grazia ad Abdelkarim Alla F. Hamad, lo scafista condannato a 30 anni per concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione per fatti avvenuti nel 2015 (49 persone trovate morte in un barcone diretto a Lampedusa) è l’ultimo di una serie di atti del capo dello Stato in contrasto con la linea di Giorgia Meloni. Che, all’indomani della tragedia di Cutro, aveva urlato: «Cercheremo gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo». Continua a leggere
I difensori: «Troppe informazioni scellerate utilizzate per trasformarli in selvaggi». Per chi contava su un lieto fine e coltivava la speranza che la famiglia del bosco potesse stabilmente riunirsi per Natale, la risposta del Tribunale per i minorenni dell’Aquila è stata un pugno nello stomaco devastante. Ma le dichiarazioni, riportate dal quotidiano Il Centro, dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Abruzzo che, per voce della presidente Virginia Scalera, ha parlato di «tempi fisiologici» e della necessità di un «percorso lungo» per il recupero della responsabilità genitoriale, oltre ad avere raffreddato in anticipo, rispetto alla decisione del Tribunale dei minori, le aspettative di un rientro a casa per Natale dei bambini del bosco, avevano spostato il confronto tra la magistratura e la famiglia Trevallion fuori dalle aule giudiziarie. Scatenando una durissima presa di posizione, (anche questa riportata dal quotidiano abruzzese) degli avvocati dei Trevallion, Marco Femminella e Danila Solinas. Continua a leggere
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 24 dicembre con Carlo Cambi Continua a leggere
Ecco dieci ricette di pesce per una Vigilia di Natale tra tradizione e innovazione. Dalle tagliatelle con sogliola agli sformatini ai pistacchi, piatti gustosi per una tavola natalizia originale senza rinunciare ai classici sapori delle feste. Continua a leggere
Catherine Birmingham e il marito Nathan hanno cercato un approccio collaborativo con la giustizia. Ma i rilievi aumentano e l’ultima ordinanza sembra un passo avanti verso la sottrazione dei tre piccoli. Se pecora ti fai, il Tribunale per i minorenni ti mangia. La nuova linea difensiva dei Trevaillon, ispirata alla collaborazione, per ora non paga assolutamente. Niente bosco, niente bambini, niente Natale tutti insieme in un ambiente che sappia di famiglia e non di asettico reclusorio di Stato. E più i due bimbi stanno nelle mani degli assistenti sociali e delle toghe e più, magicamente, emergono elementi che li condannano a cambiare famiglia. Continua a leggere